Monfalcone, Sior Anzoleto rinuncia per la prima volta al Carnevale: «Quest'anno non posso»
MONFALCONE Prima di raccontare cosa s’inventerà il Comune per tenere alta la bandiera del Carnevale anche quando soffia la buriana sulle lande desolate della Bisiacaria ai tempi del Covid-19 la notizia ferale: è assai probabile che la più popolare delle maschere, per 56 anni di fila incarnata da Orlando Manfrini, abdichi al ruolo di re incontrastato del Martedì grasso. L’ex pellettiere di via Oberdan, oggi in pensione, non potrà essere, per tutti, sior Anzoleto postier de la Defonta. Non quest’anno. Lo ha riferito ieri, desolato, al telefono, raccontando le sue ultime vicissitudini: «Un paio di mesi fa sono caduto dalle scale e mi sono rotto il piede sinistro. Stavo salendo con alcune borse della spesa e ho fatto il ruzzolone». Niente di tragico, le ossa si sono saldate nonostante Manfrini, che di primavere ne ha salutate già 85, abbia cercato di evitare l’ospedale, temendo il coronavirus per via dell’età non più verdissima.
«Il guaio è che il piede è guarito, ma ho affaticato tremendamente l’altra gamba e ora non riesco a muovermi agevolmente – spiega –, non sono in grado di recarmi in municipio per dar lettura del Testamento, che pure in questi mesi sto affinando». «Il resto del fisico è a posto – assicura –, ma non me la sento. Non riesco a stare in piedi, ho troppi dolori. E sono bloccato. Prima di fare qualunque cosa mi devo sistemare. Peccato, quest’anno ho chiuso». «E chissà che non sia per sempre», aggiunge sconsolato. Chi lo conosce bene sa che Sior Anzoleto ha sempre desiderato, per il fatidico congedo, passare il testimone a qualcun altro in piazza granda, come i bisiachi chiamano il salotto buono, davanti alla folla. Ma questo, oggi, non sarebbe possibile in ogni caso, per via delle restrizioni. Si confida in un piano B o in una guarigione all’ultimo minuto. Ma si capirà come andranno le cose solo nelle prossime settimane. Intanto in città si iniziano ad avvertire i primi coriandoli nell’aria: anche alle scuole dell’infanzia le maestre iniziano a introdurre il tema delle maschere, cercando di non snaturare il calendario delle attività solo perché c’è il virus a incombere in ogni aspetto della vita quotidiana.
Fritole, castagnole, frittelle. Crostoli, chiacchiere, galani. Quando svoltando l’angolo a Monfalcone s’inizia a respirare l’inebriante profumo di impasti spugnosi o friabilissimi, conditi da uvetta e pinoli oppure spolverati solo dallo zucchero a velo, ecco allora è ufficiale: Carnevale strepita per invadere la città. Quest’anno, al netto delle tradizioni culinarie, puntualmente riproposte nelle pasticcerie del mandamento, c’è però poco da strepitare: col Covid tutte le sfilate hanno capitolato, una dopo l’altra. L’ultima, ieri, quella di Trieste. Niente sciame di maschere al Martedì grasso neppure a Monfalcone, il 16 febbraio. E forse neppure sior Anzoleto-Manfrini.
Però il Comune non intende rinunciare del tutto alle sue consuetudini, nemmeno a quelle più effimere, pagane. E se in ballo c’è l’impegno a strappare un sorriso perlomeno ai più piccoli che nelle passeggiate con i genitori certamente non rinunceranno alla maschera – né alla mascherina chirurgica – l’amministrazione punta a ricreare lo schema di Natale («un successo» per il sindaco Anna Cisint), calandolo nel Carnevale. Questo ovviamente a braccetto con la Pro Loco, storica organizzatrice degli eventi.
Pertanto attività di intrattenimento itinerante, dal musicista al giocoliere, giostre in piazza e in via Sant’Ambrogio per i più piccoli e il trenino Apt, la cui attività non si era del tutto consumata a dicembre e dunque è stato «switchato» – copyright by Cisint – su Carnevale. C’è anche l’opzione, che però interessa pure Turriaco e infatti si sta pensando a un’offerta in tandem, di ingaggiare nuovamente il dj Zippo, come a San Silvestro, per l’intrattenimento del Martedì grasso via streaming. Ma il programma, come affermato ieri dall’amministrazione, è in fieri. Confermate già, però, la consegna delle chiavi del Carnevale in municipio, la presentazione della rivista La Cantada, numero unico edito dalla Pro Loco, e la lettura del Testamento, nella modalità della diretta digitale, così come avvenuto nella passata edizione, quando la pandemia era agli albori sul territorio della Bisiacaria. –
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