Monfalcone si unisce ai bengalesi e li invita a imparare l’italiano
Giornata internazionale della lingua madre. Apparentemente, un momento di celebrazione delle diversità, dell’orgoglio di ogni singolo popolo e della sua lingua. A Monfalcone, però, assume connotati diversi, se non altro perché l’istituzione, da parte dell’Unesco, del 21 febbraio quale, appunto, “Giornata internazionale della lingua madre” per promuovere il multilinguismo, ha origine dal martirio di tanti giovani bengalesi che il 21 febbraio 1952 persero la vita protestando contro il governo pakistano, che nel Pakistan orientale (successivamente diventato Bangladesh proprio in seguito alla lotta per l’indipendenza) voleva imporre l’urdu sul bangla. Normale, quindi, la volontà della folta comunità bengalese locale di celebrare ieri la ricorrenza, questa volta, per la prima volta in città, con un evento ufficiale. Una volontà che il Comune ha accolto, evitando però che l’incontro, svoltosi in piazza Falcone e Borsellino, diventasse un evento circoscritto solo ai bengalesi, e dunque possibile fonte di isolamento, con il coinvolgimento delle associazioni locali che con la loro benemerita attività conservano e tutelano la cultura bisiaca, piuttosto che istriana, slovena, “furlana” o gallipolina, nella speranza che nelle prossime edizioni possano essere rappresentate anche molte altre delle 74 lingue che, dicono le statistiche, sono parlate nella città dei cantieri.
«Non abbiamo mai prestato particolare attenzione a questa ricorrenza – ha detto l’assessore alla Cultura, Paola Benes, che ha aperto i discorsi delle autorità – ma d’ora in poi lo faremo perché tra le lingue madri può e deve iniziare un dialogo». La Benes, con il sindaco Silvia Altran, i rappresentanti della Bag (Bangladesh Associazione Gorizia) che ha ideato l’evento, e delle associazioni locali che vi hanno aderito (Fogolar Furlan del presidente Franco Braida, che ha offerto il rinfresco, Associazione Culturale Bisiaca, Incontri Bisiachi, Comitato Rione Centro, Circolo “Il Trullo”, Circolo culturale slovenzo “Trzic”, Circolo cultura istro-veneta “Istria”) hanno poi aperto il corteo che da piazza Falcone e Borsellino ha raggiunto piazza della Repubblica. Un fuori programma non previsto, il serpentone chiesto e ottenuto dalla stessa Bag del presidente Hossein (che per il prossimo anno ha auspicato una maggior presenza di monfalconesi), ma che è stato capace di raccogliere insieme le diverse anime della giornata e, arrivando in piazza grande, ha incrociato le prime mascherine di Carnevale, in una sorta di metafora dell’integrazione con l’incontro nello stesso spazio vitale di un popolo lontano e vicino allo stesso tempo come quello del Bangladesh, e forse la più sentita e duratura tradizione locale, il Carnevale monfalconese. Già, integrazione: questo è stato il vero tema della “Giornata internazionale della lingua madre”, è apparso chiaro dai discorsi di tutti gli intervenuti, a partire da quello del sindaco Altran, che ha invitato i bengalesi ad applicarsi nello studio della lingua italiana. In questo senso, significativi anche un paio di omaggi alla comunità bengalese, lo splendido dizionario popolare italiano-bisiaco di Aldo Bucarella, regalato alla Bag dal gruppo Incontri bisiachi, e quello del Circolo “Trzic”, ovvero una pubblicazione bilingue, italiano e sloveno, sulla storia del Cantiere. Come dire, noi siamo pronti ad aprirvi tutte le porte e a unirci a voi in momenti di legittima festa, voi però sforzatevi di approfondire la conoscenza non solo del bisiaco, che è la nostra “lingua madre”, ma anche della realtà lavorativa comune ad entrambi i popoli.
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