Monfalcone sforna 250 test al giorno per scovare il virus
Il laboratorio garantisce entro 72 ore il verdetto sul Covid-19 Ma se si tratta di un’urgenza l’esito arriva entro 60 minuti
Bonaventura Monfalcone-18.04.2020 Tamponi-Casa di riposo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
MOMNFALCONE Un piccolo alveare clinico dove, proprio come api operaie, il lavoro dei medici prosegue duro e faticoso a ritmi incessanti. È il laboratorio di analisi dei tamponi nasofaringei che diagnosticano il Covid-19 trasmesso alle persone. Istituito al San Polo, ospedale di Monfalcone, lo scorso 19 marzo, giorno della festa del papà, processa ormai una media di 250 test al giorno e sotto la sua paternità si sono fin qui ottenuti 11.649 “verdetti” di positività o negatività.
Di strada, la struttura, ne ha fatta parecchia se è vero che, ancora a Pasquetta, il dato non superava i 73 pazienti “tamponati” sulle 24 ore. Nel frattempo è sopraggiunto anche il compito di verificare i test sierologici assunti a campione sulla popolazione del Friuli Venezia Giulia, operazione messa in campo dalla Regione con il braccio operativo della Protezione civile.
L’attività, diretta dal dottor Francesco Fontana, è incardinata al piano terra della piastra A del San Polo, dove allo scoppio dell’emergenza è stato attivato lo spazio. Inizialmente si sono analizzati solo i tamponi del Dipartimento di prevenzione di Gorizia, poi anche quelli dei reparti ospedalieri. E via via in un crescendo di mandati, sicché attualmente i compiti svolti si orientano su tre direzioni: gli esami interni su pazienti ricoverati e operatori (medici, infermieri, oss, addetti e amministrativi) del San Polo e del San Giovanni di Gorizia; i controlli periodici su richiesta della direzione medica e infine il materiale inoltrato dal Dipartimento della prevenzione. Rientrano per esempio, in quest’ultima casistica, i tamponi effettuati sugli ospiti delle case di riposo, non solo di Monfalcone, ma pure di Grado, Gorizia e altre aree.
Dunque la media di 250 test giornalieri, che costituisce l’attuale capacità analitica, impone la chiusura dell’effettuazione degli screening, da parte del personale, alle 14. Mentre il pomeriggio, fino alle 17 e più spesso, in straordinario, alle 19 perché la mole di lavoro è significativa, viene dedicato a processare gli esami. Questa “catena di montaggio” fa sì che gli esiti arrivino in tempi rapidi, nell’arco di 48-72 ore.
C’è poi invece il canale dell’urgenza, per quei tamponi che necessitano di sentenza pressoché immediata, in quanto il soggetto che vi è stato sottoposto versa, come spiega l’assessore alle Politiche sociali, Michele Luise, in «situazioni critiche, ovvero per esempio accusa insufficienza respiratoria o comunque presenta un quadro clinico compromesso». «In questi casi – sottolinea Luise – la richiesta d’urgenza trova risposta in un’ora». Il servizio, peraltro, risulta attivo h 24 e 7 giorni su 7, a testimonianza dei notevoli sforzi messi in campo dal personale sanitario che, a fronte dell’emergenza coronavirus, ha davvero garantito la massima disponibilità. E del resto il “tampone a tappeto” è stato particolarmente efficace, all’interno dell’Azienda sanitaria, per stanare i casi di positività asintomatica ed evitare così focolai nell’ospedale, come s’è visto recentemente.
Le operazioni sono garantite grazie a particolari apparecchiature che prima del Covid-19 servivano ad altri scopi e ora invece sono stati riconvertiti a tempo pieno nella causa, lo stesso vale per i dipendenti dedicati al laboratorio. Cosa accadrà quando calerà il sipario sull’emergenza sanitaria è presto per dirlo. In ogni caso ci dovrà essere un atto aziendale a certificarlo, a seguito delle dichiarazioni della Regione sulla cessazione del pericolo. Cose di là da venire. –
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