Monfalcone sfiorata dalla maxi-inchiesta “Apocalisse”
MONFALCONE Anche Monfalcone è stata sfiorata dall’indagine condotta dalla Procura di Palermo, legata all’operazione “Apocalisse” condotta dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale carabinieri, dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile della Questura palermitani, che ha azzerato i mandamenti mafiosi di San Lorenzo-Tommaso Natale e Resuttana.
L’inchiesta ha portato all’esecuzione di 95 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Petrucci, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia della città siciliana. Il riferimento è, in particolare, a Vito Galatolo, finito nell’inchiesta, che dopo essere stato scarcerato, nel settembre 2012 per fine pena, ha ripreso e mantenuto il proprio ruolo in seno a “Cosa Nostra”, nonostante sia domiciliato a Mestre, sottoposto alla sorveglianza speciale.
Galatolo, secondo l’indagine, nel controllare i suoi affari in Sicilia, avrebbe anche spostato attività nel Nord Italia, tra La Spezia e Monfalcone. Il nome della città dei cantieri è scaturito durante la conferenza stampa tenutasi stamattina a Palermo. Un riferimento, quello di Monfalcone, poi confermato dal procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi. In merito alle attività di Galatolo a Monfalcone, il magistrato, pur mantenendo riserbo per questa fase di indagini, ha comunque confermato che si tratta di attività che hanno a che fare con la cantieristica navale.
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