Monfalcone, sequestrati i capannoni ex Cita trasformati in discarica abusiva

La scoperta durante un sopralluogo alla piazzola ecologica del Comune. Presentato un esposto. Sono in corso le indagini coordinate alla Procura
Bonaventura Monfalcone-01.06.2020 Sigilli-Ex Cita-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.06.2020 Sigilli-Ex Cita-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Lo stabilimento, piuttosto ampio, circondato da un altrettanto ampio piazzale, ha tutte le caratteristiche di un’attività produttiva come tante altre nell’area che si sviluppa lungo via Consiglio d’Europa, costellata di insediamenti, per lo più a carattere nautico.

Sempre di primo acchito, osservandolo dall’esterno, non appare operativo. Tutto è deserto, tanto da pensare che si possa trattare di un capannone dismesso e magari in vendita.

Ma ciò che richiama l’attenzione sono i sigilli, con le fettuccine bianco-rosse a delimitare l’ingresso ed un avviso inequivocabile nell’enunciare l’avvenuto sequestro.

Si tratterebbe dell’ex C.i.t.a., sigla che corrisponde a Cooperativa Isontina Trasporti Artigiani, ma di chi sia attualmente la proprietà non è dato saperlo.

Resta il fatto che la Polizia locale di Monfalcone ha proceduto alla “blindatura”, contestualmente è stato presentato un esposto alla Procura di Gorizia.

Il motivo sarebbe riconducibile alla presenza di un’importante quantità di materiali, depositati all’interno del capannone.

Verrebbe chiamata in causa dunque la materia ambientale in ordine alla gestione dei rifiuti.

Sulla vicenda, comunque, permane il riserbo, la questione è in mano alla Procura che evidentemente sta eseguendo le indagini.

Quanto è scaturito, nell’aver indotto il Comune a segnalare la situazione all’autorità giudiziaria, sarebbe frutto di un riscontro sostanzialmente casuale.

Allora, infatti, era stato eseguito un sopralluogo in via Consiglio d’Europa per controllare i flussi dei monfalconesi alla vicina piazzola ecologica, ai fini del rispetto delle norme prescrittive legate alla pandemia da Covid-19.

Finché c’è chi ha notato l’”anomalia”, attraverso un’apertura del capannone si intravedeva il materiale depositato. E dalle verifiche successive sarebbe stato riscontrato il relativo stoccaggio.

Le indagini sono in corso, in attesa dello sviluppo della situazione.

La stessa Polizia locale non ha ritenuto di fornire alcun elemento, almeno al momento.

Il tutto è pertanto appannaggio dell’attività inquirente, coordinata dalla Procura goriziana.

Ci sarà da capire, quindi, tutti i dettagli in ordine a questo sequestro, la specifica tipologia delle contestazioni, e a chi possano essere riconducibili.—

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