Monfalcone, selfie e danze tra le tombe. Vigilanza estesa al cimitero di Aris
MONFALCONE Neanche da morti trovano pace e così per evitare che la memoria dei defunti venga offesa l’amministrazione comunale sta pensando di estendere l’attività del guardiano al camposanto di Aris fino al tardo pomeriggio. La proposta viene dall’assessore ai Servizi cimiteriali e funebri Giuliana Garimberti, che l’ha avanzata ad Anna Cisint: oggi il sindaco deciderà il da farsi. Non è un’iniziativa che nasce dal nulla. Il là deriva da un fatto increscioso accaduto mercoledì scorso in via 24 Maggio, dove due ragazzi sono stati sorpresi a saltellare tra le tombe e fare fotografie coi propri cellulari. Ora, di tutte le location che esistono al mondo, forse il cimitero è la meno adatta a scattare selfie. Difatti l’inconsueta condotta è stata notata da chi in quel momento si trovava tra i loculi, suscitando comprensibile sdegno. Tra queste persone due, in particolare, hanno ripreso i giovani. Che, va detto, al termine della lavata di capo si sono scusati. La storia però non è finita lì: venerdì è giunta all’orecchio di Garimberti che subito ha deciso di correre ai ripari.
Lo stesso dicasi del sindaco, che così commenta: «Da quanto mi è stato riportato non si tratta dell’unico episodio avvenuto al camposanto, ma stavolta abbiamo una segnalazione verificata con nome e cognome. Trovo grave che si “balli” vicino alle tombe, dove le persone si recano per un saluto ai propri cari. Per questo proporrò di procedere con denuncia contro ignoti». Al cimitero di via 24 maggio è presente la rete di videosorveglianza quindi non si può escludere che le persone in questione siano state riprese al momento dell’ingresso o dell’uscita. «Per conto mio – prosegue il sindaco – sussistono gli estremi per il reato di vilipendio di tombe. Non si può ignorare, infatti, di trovarsi in un cimitero e che per chi frequenta quel posto al fine di portare un saluto al parente o all’amico che non c’è più già questo è fonte di sofferenza. Da quanto mi è stato riferito non si tratta di bambini o adolescenti, pertanto si devono assumere le responsabilità di simili “imprese”». «È triste pensare di dover mettere il custode anche al pomeriggio per questi motivi – conclude Cisint –, vale a dire perché c’è chi non capisce il valore di certi luoghi, ma è quanto ci accingiamo a valutare per evitare simili episodi. Non si tratta di una questione religiose, sia chiaro, ma di rispetto per i vivi e per i morti».
La persona che mercoledì ha assistito al gesto e poi ha ripreso i due ha ricostruito così la vicenda, chiedendo però l’anonimato: «Il fatto è accaduto verso le 17.30 nel campo 1D, cioè il primo a destra. C’erano due giovani bengalesi, dei quali non saprei definire l’età o dire se fossero maggiorenni, ma solo che avevano la barba, e si stavano facendo dei selfie». L’uomo, un ex professionista del settore funebre, si trovava lì per dare un supporto all’amico che aveva appena subito la scomparsa del padre e, anche per questo, risultava particolarmente scosso. «Non stavano prendendo una tomba in particolare di mira – aggiunge l’uomo –, però avevano un atteggiamento tra il divertito e l’allegro, non consono al luogo. Saltellavano dietro a una lapide. Pertanto ho fatto presente loro che si trovano in un luogo sacro, da rispettare. I due hanno risposto che avevano già fatto lo stesso, cioè scattato foto, al cimitero di Staranzano, ma alla fine si sono scusati». È stato poi questo cittadino, testimone dell’accaduto, a riferirlo a Garimberti.
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