Monfalcone, San Polo si “blinda” contro le intrusioni

Proposta la chiusura degli ingressi tranne il principale e quello del Pronto soccorso dopo le 22
L'ingresso del Pronto soccorso del San Polo
L'ingresso del Pronto soccorso del San Polo

MONFALCONE San Polo “blindato” per evitare spiacevoli intrusioni. La dead line scatta alle 22, dopodiché due soli ingressi restano accessibili al pubblico: quello principale, sorvegliato dalla portineria, e quello del Pronto soccorso.

È la proposta avanzata dagli addetti ai lavori per creare uno “scudo” - sotto forma di deterrente - al polo sanitario di via Galvani, recentemente scambiato per ricovero notturno da balordi e senza fissa dimora e sovente bersagliato da furti che hanno interessato pazienti e personale dipendente (non si contano più le biciclette sparite e gli infermieri rimasti appiedati dopo il turno notturno).

Il bivacco dei mendicanti all’ospedale
L'ospedale San Polo di Monfalcone

Per non parlare delle questue moleste: anche l’altro giorno un rumeno è stato sorpreso dentro il presidio a chiedere spicci con la scusa di un caffè alla macchinetta. Sarà nei prossimi giorni la Direzione generale a dire la sua sulla proposta.

Che la situazione sia difficile lo testimoniano comunque le nuove “abitudini” prese dal personale costretto su urgenze a lavorare di notte nell’ala dei Laboratori di analisi, distante dalla piastra e dunque dalla zona di transiti e maggiori presenze: i dipendenti sanitari si chiudono dentro a chiave.

Lo conferma il dottor Michele Luise, dirigente medico della Direzione sanitaria del San Polo, che non se la sente di biasimare per tali precauzioni («se hanno paura, è comprensibile»). Proprio Luise, anzi, è stato il primo a puntare l’indice contro quello che rappresenta lo scoglio maggiore per preservare la struttura da episodi discutibili, cioè la conformazione “aperta” del San Polo.

Il San Polo costretto a sbarrare i wc di notte
Bonaventura Monfalcone-20.03.2015 Ospedale di San Polo-Notturne-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Avessimo un ospedale come la maggior parte dei presidi italiani non avremmo tutti questi problemi. La struttura andrebbe quindi perimetrata, secondo un’ipotesi avanzata in passato, e chiusa. Tuttavia per fare questo servono soldi», osservava il dirigente medico a fine gennaio, prima di convocare un tavolo proprio sul problema della sicurezza.

I soldi nel frattempo non sono spuntati, ma si è aguzzato l’ingegno. Proprio Luise, infatti, ha avanzato la proposta di chiudere tutti gli ingressi e varchi dell’ospedale, tranne appunto i due citati all’inizio. Si attende la risposta della Direzione generale.

«Per la verità in origine si era pensato di limitare l’ingresso anche al Pronto soccorso - osserva il dirigente medico -, ma poiché la coda giornaliera di pazienti viene lì smaltita appena tra le 2 e le 3 del mattino si è proposto diversamente». Lasciare tutti fuori non sarebbe sembrato proprio da buoni samaritani. Un dato è certo: la “chiusura” dell’ospedale potrebbe fungere da deterrente ai frequentatori abusivi dell’area. Luise ne è convinto.

Da lunedì via l’automedica di notte a Monfalcone
Un'automedica

Con finalità anti-intrusione, dunque, di notte verrebbero per esempio chiuse le porte elettriche di accesso al bar. «La strada tra i due corpi, peraltro, è di proprietà dell’ospedale, dunque privata, e comunque a rigor di logica non ci dovrebbe essere passaggio di mezzi, tanto più che il collegamento tra i due blocchi è garantito da un corridoio interno», precisa Luise.

Andrebbe serrato, dopo le 22, anche il portoncino di ingresso all’area Vaccinazioni, nonché l’accesso alla Dialisi. Stessa musica con la Guardia medica e l’area Degenze, dove peraltro già ora, dopo quell’orario, si accede solo su chiamata a citofono, in caso di necessità di assistenza a un parente malato che accusa un aggravamento delle proprie condizioni di salute. Vedremo a breve se la Direzione generale dell’Azienda sanitaria approverà le soluzioni anti-intrusione.

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