Monfalcone, rubato l’innaffiatoio-simbolo dall’albero dei morti d’amianto

Chiunque poteva bagnare la pianta: un modo per tenere alta l’attenzione sulla tragedia. Il sindaco: «Gesto inqualificabile. Metteremo una telecamera»

MONFALCONE Uno “sbrufador” (innaffiatoio) del costo di pochi euro ma dall’incalcolabile valore simbolico. È il bottino del furto avvenuto in piazzetta Esposti Amianto. Dall’aiuola che protegge il cosiddetto albero dell’amianto è sparito l’innaffiatoio messo a disposizione dal Comune, due anni fa, per chi volesse bagnare la pianta donata dal Comune di Casale Monferrato. Informata del furto il sindaco Anna Cisint ha disposto la sistemazione di un nuovo “sbrufador” e ha annunciato che dai prossimi giorni sarà sistemata una telecamera puntata fissa sull’albero. Presentata regolare denuncia alla Polizia locale.

«È un gesto inqualificabile - ha commentato Cisint - che manifesta il disprezzo per le centinaia di vittime dell’amianto del Monfalconese e di quelle di Casale Monferrato. Hanno voluto colpire un simbolo della città che rappresenta l’anima ferita di tante famiglie di cantierini e non solo provate dai lutti per aver perso un congiunto in conseguenza all’esposizione all’amianto».

Un albero per le vittime dell’amianto, a ciascuno il compito di innaffiarlo
Placeholder


Può darsi che il furto sia avvenuto da tempo e che l’autore avesse chissà quali ipotesi da verificare. Non c’è pace per l’albero dell’amianto, un esemplare di Davidia involucrata. Si tratta di una pianta delicatissima, che non va lasciata seccare né bagnata troppo. Nella fioritura le foglie assomigliano a fazzoletti, che evocano il dolore, il pianto. La prima pianta donata da Casale Monferrato morì qualche mese dopo la sua messa a dimora all’ospedale di San Polo. La seconda è viva e vegeta ma a qualcuno dà fastidio. È stata donata al Comune di Monfalcone nell’ambito del premio nazionale Ethernot per l’allestimento al MuCa del memoriale dell’amianto. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo