Monfalcone ricorda le sue vittime, ma sullo sfondo resta il nodo del Fondo amianto
Paternoster (Aea): «Ancora una battaglia con lo Stato». E Cisint ribadisce: «Al lavoro per ottenere una rettifica»
Monfalcone si è ritrovata venerdì 21 dicembre a ricordare i suoi morti di amianto. Quelli iscritti nel memoriale creato sei anni fa all’interno del Museo della Cantieristica e quelli che non vi compaiono, perché non inclusi nei procedimenti penali avviati nel corso degli anni per il riconoscimento delle responsabilità dell’esposizione al minerale.
L’associazione esposti amianto
All’invito dell’amministrazione hanno risposto l’Associazione esposti amianto, che ha promosso e sostenuto il ricorso alla giustizia, e la Lilt, che continua a portare avanti il progetto di ricerca sulle cause genetiche di resistenza allo sviluppo del mesotelioma della pleura, ma anche Spiraglio, che assiste malati e famigliari. E poi i ragazzi della Giacich e tre studenti di quinta dell’indirizzo Manutenzione e assistenza tecnica dell’Isis Pertini, ma anche l’Isis Bem di Staranzano. È soprattutto a loro che si sono rivolti i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni ieri per spiegare cos’è stato e cos’è ancora l’amianto per il territorio e per sollecitarli a saperlo per pretendere la doverosa sicurezza sul lavoro in un mondo in cui la mobilità è sempre maggiore.
Al bando solo in Italia
«L’amianto in Italia è al bando dal 1992, dal 2005 nell’Unione europea, ma in altri Paesi si produce e usa ancora – ha detto l’assessore ed eurodeputata Anna Cisint –. Non c’è niente di anacronistico nel tornare su questo tema». Cisint per prima, ma poi anche Chiara Paternoster dell’Aea, è tornata però anche su quello del Fondo vittime amianto, che per provvedimento del Governo a fine del 2023 ha esteso 80 milioni di euro alle società partecipate pubbliche della cantieristica navale (ora congelati dall’Inail). «Non sempre parliamo di ciò che facciamo, ma abbiamo portato la questione all’attenzione dei massimi livelli perché ci sia una rettifica sul tema», ha affermato Cisint. «Con lo Stato abbiamo lottato, in un perimetro di legalità, per chiedere giustizia e con lo Stato dobbiamo continuare a lottare – ha afferma Paternoster –, perché il provvedimento sul Fondo ha calpestato le vittime e quanto avevamo ottenuto come riconoscimento delle responsabilità».
Alzare la voce
L’augurio di Natale che la rappresentante dell’Aea ha voluto fare a Monfalcone è stato quindi quello di «essere consapevole della propria storia e di alzare la voce per chiederne il riconoscimento».
Agli studenti si è rivolto in particolare ieri il giornalista e scrittore Roberto Covaz. «Noi raccontiamo quant’è accaduto perché dovete saperlo e fare in modo non si ripeta mai più – ha sottolineato Covaz, chiamato dal Comune a portare il suo contributo –. A scuola e sul lavoro dovete pretendere la sicurezza in memoria di chi non c’è più». Un punto sulla risposta che il sistema sanitario sta fornendo ai malati è stato presentato dal dottor Roberto Trevisan, direttore della Struttura complessa patologie respiratorie di Asugi, mentre quello sulla ricerca condotta da Lilt Isontina dal vicepresidente dell’associazione Umberto Miniussi. Il parroco don Flavio Zanetti ha pregato per chi non c’è più, ma anche «perché si costruisca un mondo migliore per chi è vivo». A suggellare la cerimonia il violino del maestro Simone D’Eusanio.
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