Monfalcone, riaffiora l’antica Casa Mazzoli: entro il 2022 diciannove nuovi alloggi
MONFALCONE Prima di trasformarsi nella Casa Mazzoli che verrà, la palazzina di coabitazione tra coppie giovani e conviventi senior, c’è il tempo dell’oggi. E oggi, inutile girarci intorno, l’istantanea di Casa Mazzoli appare per lo squallore che trasuda: soffitti sfondati e finestre senza vetri, piastrelle scheggiate, ovunque residui di guano, poi toilette con i wc strappati e pareti deturpate dal pennarello indelebile. Insomma, un set degno del più raccapricciante tra i film horror di Wes Craven. Con intonaci slabbrati, intercapedini annerite dalla muffa, vasche da bagno che quella celeberrima di Shining lèvati. La palazzina era diventata a tal punto ostaggio dei piccioni, che di recente si è perfino reso prioritario un radicale intervento di pulizia, sia interna sia esterna: poiché delle finestre erano rimasti solo gli infissi le stanze, ormai da tempo deserte, si sono infatti popolate di colombi, i quali non trovando lastre a ostacolo hanno eletto gli ambienti a dimora, con l’accumulo di metri cubi di guano. Letteralmente.
È quanto osservato un paio di giorni fa da sindaco e progettisti – lo storico immobile, costruito nel 1908 per accogliere gli inquilini fuoriusciti dai contratti di quartiere a Panzano, sarà oggetto di profondo maquillage – nel sopralluogo in via don Bosco. La buona notizia è che, nelle intenzioni dell’amministrazione, Casa Mazzoli, di cui si parla già dai primi mesi di rodaggio dell’esecutivo a traino Lega, «sarà restituita alla città in tutto il suo splendore». Ma non prima del 2022, anno peraltro di rinnovo amministrativo. La posta in palio per la riqualificazione dell’edificio è a sei zero (2,5 milioni), serve dunque una gara europea per l’affidamento dell’appalto e questo allunga le procedure. Inoltre, alla luce anche dello stato in cui versa il palazzo, trascorrerà almeno un anno prima della chiusura del cantiere e la consegna delle chiavi nuove al municipio.
L’obiettivo è di erigere in via don Bosco un «modello di innovativa co-abitazione tra coppie giovani e famiglie anziane», mentre sul fronte impiantistico si prevedono dotazioni all’avanguardia, in particolare sotto il profilo ambientale. Il gruppo di lavoro è guidato dall’architetto Roberto Franco, della partita anche il collega Francesco Morena, entrambi presenti alla visita. È stata infatti una Rti ad aggiudicarsi la progettazione (quasi 161 mila euro) di Casa Mazzoli 2.0 e questa si chiuderà entro l’anno. «L’immobile – commenta Anna Cisint, sindaco – ha una grande valenza storica per Monfalcone e architettonicamente un valore inestimabile: osservare ora il palazzo ricoperto di impalcature per sorreggerlo e sapere che ha avuto un passato di degrado e traversie fa male, ma siamo orgogliosi del fatto che tornerà a essere fruibile». Il restyling del complesso acquistato dal Comune tramite l’accensione di un mutuo di importo pari a 600 mila euro si può fare grazie a uno stanziamento regionale, in due tranche da 800 mila euro, e agli 830 mila euro attinti dalle casse municipali, cui si affiancano altri 60 mila euro da Roma. Lo studio di fattibilità mira a ricavare 19 alloggi, oltre a spazi per la “comunità condominiale” e un rinnovato giardino. La progettazione definitiva sarà approvata tra qualche giorno dalla giunta.
A ogni modo una parte consistente dei lavori riguarderà la messa in sicurezza dell’edificio: «Il progetto è principalmente di carattere strutturale – così il professionista Franco –, cioè di consolidamento di una struttura negli anni dissestata e degradata, che oggi deve essere riportata a norma». Infine Morena: «La ristrutturazione veicolerà la riqualificazione dell’intera area, innescando un processo positivo». –
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