Monfalcone, record di parti al San Polo con 70 bebè

MONFALCONE Il Punto nascita dell’ospedale San Polo ha segnato quota 70 parti nel mese di settembre appena concluso. Un dato significativo, a fronte di una media giornaliera di oltre 2 parti. Un trend che, dopo la flessione registrata nel mese di luglio, a fronte di 46 parti, è ripreso a salire. Tanto che la stima è quella di poter raggiungere gli oltre 700 parti a fine anno. Il tutto, rispetto ai 622 parti complessivi registrati a Monfalcone nel 2014.
Un bilancio ancora indicativo, ma comunque rassicurante, dovendo peraltro considerare la chiusura del Servizio a Gorizia avvenuta il 21 luglio dello scorso anno, dove sono rimaste le sole attività ambulatoriale e di diagnosi pre-natale, nel solco della riorganizzazione prevista dalla riforma sanitaria regionale, che ha comportato l’unificazione dei Servizi di Monfalcone e del capoluogo isontino.
Quanto al numero dei parti raggiunti nel mese di settembre, il maggior numero risulta appannaggio degli stranieri, a quota 36, rispetto ai 34 riconducibili a bambini di origine italiana. È, del resto, evidente il peso della comunità bengalese, che ha inciso su tutto, a fronte di 12 nati. Quanto, invece, ai 34 parti “nostrani”, c’è da segnalare che a settembre 7 sono state le donne goriziane, mentre sei parti risultano riconducibili a donne provenienti da Trieste che hanno scelto di far nascere i propri bambini al San Polo.
Delle 70 partorienti, dunque, ecco le relative provenienze: 10 di Monfalcone, 7 di Gorizia, 3 di Staranzano, 3 di San Pier d’Isonzo, 2 di Grado, 2 di Ronchi dei Legionari, 2 di Pieris, 1 di San Canzian d’Isonzo, 1 di Turriaco, 1 di Mariano, 1 di Ruda, 1 di Aquileia, 1 di Terzo di Aquileia e 1 di Castions di Strada. Tra le partorienti straniere, 12 quindi le donne bengalesi, 3 originarie della Bosnia, 3 della Romania, 2 della Colombia, 1 della Serbia, 1 della Turchia, 1 dell’Egitto, 1 della Cina, 1 del Kosovo e 1 degli Stati Uniti.
Un altro dato va nella direzione dell’aumento dell’attività del Servizio di Punto nascita unificato: nei primi 9 mesi di quest’anno i parti al San Polo sono stati 524, a fronte dei 438 registrati nello stesso periodo del 2014. Un “saldo”, pertanto, di 86 parti in più nel 2015.
Il dirigente medico della Direzione sanitaria dell’ospedale San Polo, Michele Luise, già responsabile del programma di screening oncologico dell’ex Azienda sanitaria 2 Isontina, parla di un andamento decisamente positivo per il Punto Nascita. «Il dato dei 70 parti rilevato a settembre - osserva - rappresenta la quota più alta raggiunta dalla chiusura del Servizio goriziano. Significa che la scelta di aggregazione del Punto Nascita, nell’ottica dell’ospedale unico tra Monfalcone e Gorizia è premiante. Su tutto - aggiunge Luise -, va considerato l’andamento medio in aumento dell’attività del Servizio. È da ritenersi pertanto soddisfacente la risposta alle prestazioni che vengono erogate. Dopo il necessario processo di riorganizzazione e di rodaggio del nuovo sistema unificato, possiamo tranquillamente dire che viene confermata la bontà e la qualità del servizio offerto. La presenza, inoltre, di donne provenienti anche dall’area triestina - conclude il dirigente del San Polo - pur trattandosi di numeri bassi, è comunque indice di un segnale di attrazione da parte del Punto Nascita».
Nell’ambito della nuova Azienda Bassa Friulana-Isontina, va altresì considerata l’attrazione del Punto nascita di Palmanova, al quale fanno riferimento anche le donne del territorio isontino.
Resta il fatto che il Punto nascita del San Polo ha mantenuto nel tempo un trend di tutto rispetto. L’andamento positivo del Servizio, peraltro, che ovviamente considera l’alta natalità della comunità immigrata, in particolare quella bengalese, era già una realtà consolidata anche prima dell’unificazione del Servizio, tenendo conto che già prima della chiusura del reparto goriziano il saldo registrato al San Polo era stato di 80 parti in più rispetto al 2013.
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