Monfalcone, record di commesse a Fincantieri

Il carico di lavoro a 25,3 miliardi di euro con 97 navi in portafoglio. Ricavi in crescita del 10,7%

TRIESTE. Il terzo trimestre del 2017 conferma la lieta stagione di Fincantieri, che, oltre a conseguire record nell’acquisizione di ordini nel settore crocieristico, riesce a correggere anche gli indicatori gestionali.

Perchè Fincantieri di commesse ne ha quasi sempre avuto, ma altrettanto spesso costruiva rimettendoci: nel periodo gennaio-settembre il margine operativo lordo è invece salito a 233 milioni, pari a un 6,5% che migliora il 5,7% di un anno fa e il 6% dell’esercizio 2016. I ricavi sono cresciuti del 10,7% arrivando a sfiorare i 3,6 miliardi. Il carico di lavoro complessivo si attesta a 25,3 miliardi, pari - sottolinea la nota di commento diffusa dal gruppo in serata a quasi sei anni di lavoro.



Però i dati sono usciti a mercati chiusi, quindi il titolo non ne ha beneficiato: pollice verso di Piazza Affari a 1,058 euro con un calo del 2,13%.


I tre quarti del fatturato sono assicurati dal capiente comparto “shipbuilding”, che organizza le produzioni civili e militari. Ma è la nave da crociera a rappresentare il grande traino di Fincantieri, con un’incidenza superiore al 50% dei ricavi.

Non trova ancora pace l’offshore, di cui la norvegese Vard, acquistata alcuni anni fa dal naufragio Stx, è il perno industriale. Oil&gas sono ancora al palo, gli investimenti per la ricerca non decollano e l’indotto ne soffre: Fincantieri, che adesso possiede quasi l’80% della società, ha cercato di ovviare agli slot vuoti, diversificando l’attività e destinando ai cantieri Vard alcune unità crocieristiche. La parziale riconversione non ha ancora sortito risultati apprezzabili, tant’è che nel gennaio-settembre ’17 i ricavi hanno subito un’ulteriore flessione dell’8%, accompagnata da una limatura del margine operativo sotto il 5%.

L’indebitamento, sempre fortemente soggetto alle variabili finanziarie legate alla costruzione delle navi, era sceso al 30 settembre scorso a 501 milioni rispetto ai 615 di un anno fa.

Giuseppe Bono, Ceo Fincantieri, alla cerimonia inaugurale del varo della MS Koningsdam, alla Fincantieri di Porto Marghera, 2 aprile 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ chiarmasso@mslgroup.com +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Giuseppe Bono, Ceo Fincantieri, alla cerimonia inaugurale del varo della MS Koningsdam, alla Fincantieri di Porto Marghera, 2 aprile 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ chiarmasso@mslgroup.com +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++


Accordo Italia-Francia. Ma soprattutto il terzo trimestre resterà nella storia di Fincantieri come la fase in cui è stato raggiunto l’accordo di cooperazione tra il governo italiano e quello francese sulla cantieristica civile e militare. E se l’intesa sul militare sarà oggetto di un lavoro ancora “in fieri”, il faticoso agreement sulla crocieristica, focalizzato sullo stabilimento di Saint Nazaire sulla costa atlantica, ha già impostato le linee della governance.

Sul combattuto sbarco in Francia, dove a Fincantieri è riconosciuta una maggioranza azionaria condizionata da un sistema di verifiche e controlli da parte transalpina, s’intrattiene Giuseppe Bono, amministratore delegato del gruppo italiano. «La prevista integrazione - dichiara il manager - consentirà di creare un gruppo ben bilanciato e capace di affrontare la ciclicità dei settori in cui opera». L’unione delle competenze tecniche - conclude Bono - permetterà non solo di raggiungere soluzioni di eccellenza, ma di diversificare il portafoglio di business.
 

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