Monfalcone, Pronto soccorso al collasso. E reparti da “tutto esaurito”

MONFALCONE Pronto soccorso del San Polo in sovraccarico, costretto a fronteggiare quotidianamente alti flussi di accessi. Pazienti in attesa, specie in questo periodo estivo. Molti dei quali anziani. È una sorta di “catena di montaggio”. Un dato si evince: il Pronto soccorso rimane il punto di ingresso dove affluiscono tipologie sanitarie diverse, dai cosiddetti “codici verdi” ai casi più gravi ascrivibili ai “codici rossi”. Un ruolo–filtro che inevitabilmente incide sia sui pazienti, sia sullo stesso impegno lavorativo del personale.
L’Emergenza già oberata di per sè, si trova a “fare il paio” con l’attività da “overbooking” chirurgica e dei ricoveri. In questo periodo, come è stato riferito, la chirurgia in regime di urgenza ha raggiunto picchi del 35-38% rispetto all’intera attività chirurgica. Un aumento del 10%. Una quota che si ripercuote sull’attività programmata, la quale deve a sua volta rispettare gli indicatori regionali. Un paziente oncologico, ad esempio, va operato entro 30 giorni. In questo contesto va considerata anche l’ordinaria attività settimanale.
Al carico delle urgenze, inoltre, si affianca la Week Surgery per la quale nel fine settimana, a partire da venerdì, vengono sottratti 42 posti letto. Ciò a cui si assiste è un “effetto domino”. Con i pazienti che richiedono percorsi specifici volti al recupero post-operatorio da dover comunque gestire. I dirottamenti ai fini del ricovero sono rappresentati dalla Chirurgia ad alta intensità di cura, dalla Medicina e la Rsa. Ma al quarto piano del San Polo, Medicina ed Rsa sono pressochè quotidianamente in saturazione di posti letto.
Ne discende una situazione al limite, dovendo gestire talmente tante variabili da costringere il personale sanitario a fare i salti mortali. E in questo periodo si inseriscono i piani-ferie. L’attività operatoria da giugno a settembre è stata ridimensionata. Intanto in Medicina da ieri sono stati ridotti una decina di posti-letto, in virtù del rispetto delle ferie del personale. Pensare al “travaso” di pazienti su Gorizia è possibile, ma diventa piuttosto complicato quando i pazienti da gestire sono troppo numerosi.
Nell’ultimo fine settimana la copertura completa dei posti letto nei reparti ha richiesto ulteriori sforzi, gravando anche sul Pronto soccorso. È un periodo, peraltro, dove gli anziani tendono a far maggiormente ricorso alla struttura ospedaliera. Ci sono persone sole, alle quali non è semplice poter offrire un’assistenza adeguata.
In questo contesto, la rete territoriale, come è stato sempre riferito da operatori interni, non è sufficiente a prendersi carico di pazienti che possono essere seguiti al di fuori dell’ospedale.
Insomma, un quadro difficile e che nel periodo estivo rende più visibile la fragilità del sistema. Ci si trova così nell’impossibilità di dimettere pazienti anziani che restano in carico all’ospedale per più mesi. Il problema si pone, ad esempio, nell’ambito della riabilitazione di coloro che hanno subito interventi per fratture di una certa importanza.
Ciò che viene auspicato è peraltro una differenziazione delle attività dei reparti omologhi di Monfalcone e Gorizia, in modo da gestire al meglio la presa in carico dei pazienti fino alle dimissioni. È una questione di sicurezza per i cittadini in primis, ma anche per gli stessi operatori sanitari, per non trovarsi a fronteggiare un’attività con margini di incertezza che possono rivelarsi rischiosi.
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