Monfalcone potrà votare nel board dell’Authority: l’impegno del viceministro Rixi

Rixi parlerà pure con la collega Calderone, che sarà domani in città, per inserire nella lista dei lavori usuranti quello degli addetti portuali

 

Tiziana Carpinelli
L'incontro a Monfalcone
L'incontro a Monfalcone

Due gli impegni che il territorio ha strappato ieri al viceministro di Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, ospite di un convegno a Marina Lepanto, promosso anche dall’Autorità portuale. Il primo: nell’imminente riforma portuale, l’inserimento del Comune di Monfalcone nel Comitato di gestione con diritto di voto (ora ha garantita la sola presenza), per sanare il vulnus del decreto Delrio.

Rixi e Torbianelli
Rixi e Torbianelli

E il secondo: la promessa, qui sollecitata dal segretario generale della Filt-Cgil Saša Čulev con espressa domanda, a inserire tra i lavori usuranti quello svolto dagli addetti portuali. Su questo punto, l’ha detto Rixi, la questione è di stretta competenza della collega Marina Elvira Calderone, responsabile del dicastero del Lavoro, peraltro domani mattina a Monfalcone, ma il braccio destro di Matteo Salvini ha fatto intendere che perorerà la causa, sostenendola anche per pieno convincimento personale («L’anzianità è un tema cogente»).

Più complesso, l’ha confessato sempre Rixi, il tema del fondo d’incentivazione, in parte connesso alle uscite anticipate dal mondo del lavoro per i portuali: qui a «mettersi di traverso è l’Inps», poiché la questione coinvolge anche i lavoratori delle autorità portuali, enti pubblici e non privati, e potrebbe aprire a contenziosi o pretese da parte di altri occupati della Pa.

All’incontro organizzato dal Coseveg e moderato dal presidente Fabrizio Renato Russo ( “L’economia del mare a Monfalcone – sviluppi del potenziale fra infrastrutture, nautica e formazione”) si è parlato altresì di cantieristica e ricadute sociali.

«La crescita della produzione navalmeccanica rappresenta una sfida complessa: occorre bilanciare lo sviluppo economico con le diseconomie locali causate dalla presenza di manodopera a basso costo, in un sistema di welfare come il nostro, basato su tradizioni e stili di vita ben definiti», sempre Rixi. Che non ne ha fatto «una questione ideologica», bensì di sviluppo e tenuta sul mercato nel medio lungo periodo: il rischio è che se non si faranno investimenti su competenze, acquisizione di «know– how da parte di lavoratori italiani» e innovazione – pure attraverso tecnologie digitali e intelligenza artificiale – non si resterà al passo con la concorrenza. Mentre sulla nautica «l’Italia vanta eccellenze straordinarie, sia a livello artigianale che ingegneristico, da mettere a frutto».

Però «manca manodopera», professionalità che peraltro «in cinque anni guadagnano più di un deputato della Repubblica». «Se vogliamo essere competitivi, dobbiamo migliorare la qualità dei servizi e rafforzare il collegamento tra porti e retroporti – ha concluso Rixi – incidendo per la riqualificazione delle aree limitrofe anche sulla Soprintendenza, poiché i porti non sono più quelli del ’900 e non inquinano».

Cisint è intervenuta sulla cantieristica, tra le altre cose: «Monfalcone conosce fin troppo bene le conseguenze della mancanza di una pianificazione adeguata, che non ha considerato l’impatto sociale ed economico del cambiamento». Cisint ha chiesto l’inversione del sistema produttivo basato sugli appalti, responsabile d’aver «emarginato la manodopera locale e posto nuove sfide nella gestione urbana».

Presenti gli assessori Cristina Amirante (Infrastrutture) che ha spinto l’acceleratore sulla capacità di trasferire sui binari il maggior volume possibile del trasporto su gomma e Sergio Emidio Bini (Attività produttive), che ha ricordato la legge regionale sulla nautica entrata in vigore a gennaio: la prima in Italia a regolare in maniera organica il settore.

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