Monfalcone, pesca miracolosa delle orate nel golfo
Puntuale, come ogni anno da qualche tempo, nel pieno della kermesse della Barcolana a Trieste, torna lo straordinario fenomeno della pescata miracolosa delle orate in golfo. E come tutti gli anni non si spegne la meraviglia a cominciare dai pescatori che stanno assistendo all’aumento delle pescate ogni giorno. Poco più di una settimana fa ci sono stati i primi segnali con le barche che raccoglievano da sette a dieci casse di orate fresche. Adesso un fiume in piena. In questi giorni a Trieste si sono superate le 150 casse a ogni pescata, da Monfalcone a Grado soprattutto fino a Marano la situazione supera ogni immaginazione. Nell’Isola del sole la media è di 500-600 casse.
Una manna per i pescatori, ma anche per le pescherie, sul territorio monfalconese le quattro gestite da Michele Doz della Cooperativa pescatori oltre a quelle in centro di Solidoro, Gregori e Destradi. Anche perchè in questo periodo, come tutti gli anni, c’è una flessione del lavoro, anzi calma piatta, e questa incredibile abbondanza attrae i clienti perchè il prezzo delle orate in questo caso, scende. Per quelle di piccola pezzatura, si scende anche fino ai 4-6 euro al chilo, poi man mano si va su con il prezzo fino a 10-12 euro al chilo. Cifre abbordabili per ogni famiglia.
«Sembra incredibile - commenta lo stesso Doz - ci risiamo anche quest’anno. Ormai possiamo parlare di orate barcolane, in onore della manifestazione velica nel golfo di Trieste e non solo più di sardoni barcolani. Quest’anno poi la situazione è straordinaria, si trovano orate di ogni taglia, per tutti i gusti. Dai due etti al chilo».
Il fenomeno è ormai noto, riguarda in particolare il Nord Adriatico e le zone delle lagune, tra Grado e Marano. E in questo periodo dell’anno migrano da queste zone lagunari dove si erano rifugiate per mangiare durante l’estate e devono farlo perchè arriva il freddo , la temperatura dell’acqua, che in quelle zone è bassa, scende rapidamente e c’è il richio del gelo. E proprio in questi mesi tra fine di settembre e ottobre le orate intraprendono un lungo viaggio che le porta lontano, sino al centro dell’Adriatico dove c’è una zona di mare molto profonda e dove questi pesci svernano al riparo dal freddo e soprattutto si riproducono.
«Il fenomeno ormai si sta ripetendo da una decina d’anni - aggiunge Doz - da fine di settembre a ottobre inoltrato e dura circa per un mese. E anche quest’anno c’è una grande abbondanza di pesce, sono mobilitati tutti i pescatori di Monfalcone, Grado, Trieste fino a Marano. Così tante che arrivano fin sotto costa per la felicità pure dei pescatori sportivi».
Una situazione molto positiva per il comparto della pesca di Monfalcone e di tutto il golfo di Trieste dove per fortuna anche la situazione ambientale è molto buona ed è seguita con grande attenzione dai pescatori. Una dimostrazione concreta c’è stata anche nei giorni scorsi quando è arrivato da Roma il decreto che autorizza, in deroga alla norma comunitaria, la pesca alle vongole con draga idraulica entro le 0,3 miglia dalla costa solo nei compartimenti di Venezia e Monfalcone. Per Monfalcone si intende l’area che parte dalla città bisiaca fino a Marano dove inizia il Veneto. E il decreto è stato salutato con grande soddisfazione locale mentre nel resto d’Italia il divieto ha fatto sollevare le ire di Coldiretti Impresapesca.
«Il via Libera per le vongole ottenuto dai Consorzi di Monfalcone e Venezia - ha ribattuto al contrario l’Alleanza delle Cooperative pesca, esprimendo soddisfazione - è il frutto lungimirante del lavoro fatto dagli operatori e dalla ricerca scientifica che hanno dimostrato come il tornare a ripescare con le draghe idrauliche entro le 0,3 miglia dalla costa non solo non compromette habitat e risorse, ma è un requisito fondamentale viste le caratteristiche di fondali e costa, per garantire reddito e occupazione». Nessun privilegio, è merito della “virtuosità” degli operatori dei due comparti.
«I consorzi, Cogevo che si occupa di vongole e Cogemo degli altri molluschi, hanno dimostrato di essere attenti all’ambiente - conclude Doz - noi siamo assolutamente rigorosi con le regole, sul fermo pesca, sul controllo delle quantità, barca per barca. È per questo che il ministero ci ha premiato».
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