Monfalcone, paletti della Soprintendenza: bloccati i lavori di dragaggio
MONFALCONE Niente salsicciotti di geo-tessuto colmi di fango e depositati in fondo al canale, vade retro per carità anche ai malefici paletti di legno piantati sul fondale, una diavoleria ancor peggiore, rischiano di rovinare il paesaggio del Canale Est Ovest.
Ma la cosa più grave è che bisognerà fare grande attenzione a scavare il fango nella parte terminale (o ingresso per chi arriva dal mare) perché si rischia non solo di rovinare le bellissime spiagge della nota e ridente località balneare del Villaggio del Pescatore ma anche di disturbare gli allevamenti di mitili più a largo.
Ma di questo in realtà si dovrebbe occupare la prossima riunione del Comitato pesca a fine agosto. Dopo mesi di incertezze dunque, problemi e pratiche burocratiche oltre che costosissime analisi obbligate dall’Arpa, in pieno agosto, ormai a stagione diportistica in declino, ecco la lettera della Soprintendenza archeologica, delle belle arti e del paesaggio del Fvg che dà le sue prescrizioni all’atteso dragaggio del canale.
Nessun diniego, beninteso, ma la bocciatura di due delle tre ipotesi di intervento, quelle principali, che avrebbero bloccato per qualche anno l’insabbiamento del canale Est Ovest che porta al polo nautico-cantieristico del Lisert, soprattutto all’ingresso (al Villaggio del Pescatore). No dunque alle barriere realizzate con sacchi riempiti di fango scavato e messi sul fondale come argine o palificazioni sottomarine.
Approvata soltanto la soluzione “3” quella che prevede il prelievo dei fanghi (circa 16-19mila metricubi di sedimenti) e il loro successivo deposito-versamento nelle “aree di calma”, ovvero nella zona di mare antistante il canale «simulando l’effetto naturale di deposizione».
Tutto ciò per «non alterare in maniera significativa l’attuale percezione del paesaggio tutelato». Una frase che suona come una beffa per chi, soprattutto i diportisti, conosce e frequenta quel tratto dell’ingresso del canale dove, a iniziare dal Villaggio del Pescatore, con l’acqua torbida e i canneti nessuno mai si sognerebbe di fermarsi a fare il bagno e che proprio incantevole (a parte certi scorci delle foci del Timavo) non è vista la presenza a poca distanza da una parte della cartiera Burgo con le montagne di tronchi e cellulosa e dall’altra dell’area ferroviaria del porto di Monfalcone.
Nessun dragaggio quest’anno dunque, farlo sarebbe una spesa inutile, da un lato perché la stagione nautica è ormai agli sgoccioli e dall’altra perché si rischia di dover fare tutto daccapo la prossima primavera dopo le mareggiate invernali che causano l’insabbiamento del canale.
«A questo punto non resta che pensare a un dragaggio la prossima primavera» è l’unico commento del Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone attraverso il suo direttore, Gianpaolo Fontana, che non aggiunge altro facendo trasparire però tutto lo stupore e l’incredulità di fronte a queste prescrizioni.
Il Csim che si occupa da anni con la delega della Regione (che paga 3-400mila euro la volta) della manutenzione del canale Est Ovest che serve decine e decine di aziende e marina del polo del Lisert, assieme a cantieri e ormeggi utilizzati da migliaia di diportisti, ogni stagione si occupa del dragaggio in primavera dopo le mareggiate invernali.
Il canale di ingresso, soprattutto davanti associazioni veliche e diportistiche del Villaggio del pescatore, è a forte rischio di insabbiamento, non si contano gli incagli di imbarcazioni che pescano di più, in particolare a vela. Una situazione che mette a rischio tutta l’attività del polo nautico- diportistico che dà lavoro a ben oltre mille persone. Proprio per questo il Csim assieme alla Regione aveva valutato di fare un intervento più radicale per evitare di fare manutenzioni ogni anno.
Un intervento che ora la Soprintendenza nega obbligando a intervenire, stagione dopo stagione, e con prescrizioni sempre più gravose. Ai diportisti non resterà che affidarsi alle tavole di marea come nella Repubblica Veneta oltre 100 anni fa e magari utilizzando anche il “pratico locale” dei fondali per guidare le imbarcazioni al sicuro dagli incagli.
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