Monfalcone, operaio risarcito per il crollo nella scuola

Alla Sauro in tre rimasero feriti nel 2011. Il Comune perde la causa di lavoro: condannato a pagare 40mila euro
Il soffitto crollato all’interno della scuola Nazario Sauro di via Cosulich (Foto Bonaventura)
Il soffitto crollato all’interno della scuola Nazario Sauro di via Cosulich (Foto Bonaventura)

MONFALCONE Il Comune di Monfalcone è stato condannato a risarcire con 29.538 euro più spese legali il dipendente Massimo Grandi, operaio di 49 anni rimasto ferito il 1° luglio 2011 nel crollo del controsoffitto di un’aula al primo piano della scuola primaria Nazario Sauro a Panzano.

Otto indagati per il crollo alla “Sauro”
Bonaventura Monfalcone-23.11.2011 Scuola elementare Nazario Sauro-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La sentenza è stata emessa giovedì scorso dal giudice del lavoro del Tribunale di Gorizia Barbara Gallo, che per gli esiti della perizia del medico legale e Ctu Giacomo Mario Flammini ha riconosciuto all’uomo, rappresentato in aula dall’avvocato Pierluigi Fabbro, un’invalidità permanente del 7%.

A seguito del dispositivo non ci saranno tuttavia conseguenze dirette per le casse dell’amministrazione comunale, rappresentata dal legale Stefano Petronio per conto dell’assicurazione Unipol Sai, tenuta invece a liquidare la cifra, che ammonta precisamente a 30.690 euro. Somma comprensiva del danno alla persona (appunto 29.538 euro), detratto quanto già erogato da Inail (5mila euro), più gli interessi e il totale delle spese mediche effettuate da Grandi.

Che nell’infortunio di lavoro determinato dalla pioggia di laterizi aveva riportato un trauma cranico e la frattura della gamba, finendo ricoverato all’ospedale triestino di Cattinara. Ammontano invece a 8.754 euro le spese legali da pagare all’avvocato Fabbro.

“Sauro”, altre indagini sul crollo
Bonaventura Monfalcone-23.11.2011 Scuola elementare Nazario Sauro-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Quel 1° luglio 2011 Grandi, operaio-manutentore del Settore tecnico, stava svolgendo interventi di demolizione in due aule della Sauro. Dopo aver demolito con altri colleghi un primo tramezzo senza conseguenze per il soffitto e prima di iniziare ad abbattere il muro “non portante” della seconda stanza, l’uomo aveva notato alcune “crepe” nel soffitto, che avevano richiesto il preventivo controllo di alcuni responsabili degli Uffici coinvolti.

Costoro avevano rilevato semplici “cavillature” nell’intonaco, che non sarebbero state idonee a segnalare alcun pericolo di crollo strutturale.

Crollo alla “Sauro” nel 2011, avvisi a sei comunali
Altran Monfalcone-01.07.2011 Crollo Controsoffitto-Scuola elementare Nazario Sauro-Via Cosulich-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

Così, una volta dato corso alla seconda demolizione, «le vibrazioni e gli scuotimenti avevano verosimilmente provocato il cedimento del controsoffitto gravato dal peso di una gran quantità di cenere che si era riversata nel locale sottostante». Grandi - e con lui due colleghi - era stato investito da pezzi d’intonaco e laterizi, restando vittima d’infortunio.

Ebbene, per il giudice Gallo «il Comune di Monfalcone - come titolare dell’obbligo di garanzia - ha omesso di adottare qualunque misura protettiva per evitare il rischio di crollo; infatti, l’epoca risalente dell’edificio (anni ’70), l’assenza di indagini tecniche mirate circa la statica della parte di struttura interessata dagli interventi, il difetto di conoscenza delle modalità di costruzione e del progetto dell’immobile, avrebbero dovuto indurre la parte datoriale ad adottare la massima prudenza e a non sottovalutare il pericolo di cedimento, tanto piu in presenza di “crepe” o “cavillature”, senza avere certezze obiettive (e non solo apparenti) circa lo stato del solaio sovrastante».

«Il mero sopralluogo, senza alcuna prova di tenuta, non poteva essere sufficiente per la prosecuzione dei lavori - ancora Gallo - difatti, l’ordinaria diligenza e prudenza richiesta dal contesto avrebbe giustificato quantomeno la puntellatura della parte di soffitto più vicina al muro da abbattere; ma ciò non è avvenuto».

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