Monfalcone, nasce il parco delle Terme romane
Ai primi di gennaio è prevista l’apertura delle Terme Romane, ma per quell’epoca anche il comprensorio che circonda l’area al Lisert sarà “restituito” nella sua condizione originale e ambientale di un tempo. Un progetto che è stato affidato al Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone. Recentemente infatti sono stati completati i lavori per il parcheggio, si tratta di 45 posti auto di cui 2 riservati ai portatori di handicap e ben 5 stalli dedicati agli autotreni. Ora è la volta della sistemazione ambientale con la bonifica dell’area accanto al parcheggio e che confina poi con la struttura delle terme. Il cantiere è aperto da alcuni giorni ed è in corso la sistemazione dell’area. Si tratta di un progetto inserito tra i programmi del Comune di Monfalcone e del Csim, riguarda appunto il recupero del sito “Terme romane” che riguarda il ripristino ambientale dell’area, infrastrutturale ed urbanistico con lo scopo di restituire la zona ad un utilizzo terapeutico-sanitario.
Per ora viene sistemato il verde e l’area viene bonificata da rifiuti e altri materiali, in futuro forse (ma non ci sono previsioni) vedranno la luce anche la darsena e forse una struttura alberghiera. L’area in questione è di proprietà del Comune che è stata data in concessione al Csim che si è impegnato a eseguire interventi di risanamento ambientale, opere che prevedono un costo di 1milione e mezzo di euro, e che un domani sarà restituita al Comune per uso commerciale e industriale. È un’area di circa 15mila metri quadrati ed è confinante con l’area sottoposta a vincolo che ospita le Terme romane, accanto poi c’è il parcheggio, ultimato di recente, che sarà messo a servizio dell’intero comprensorio.
I lavori riguardano l’asporto dei rifiuti superficiali, e interventi di decespugliamento seguiti in particolare dal Consorzio di Bonifica Pianura Isontina. Indispensabile tra l’altro l’eliminazione del cosiddetto “soprassuolo” (lo strato più superficiale del terreno, attraversato dalle radici delle piante) una misura tecnica che servirà a completare gli interventi di risanamento ambientale con l’asporto dei rifiuti interrati. Sarà mantenuta, verso la via Timavo, una fascia di vegetazione di 10 metri di larghezza a lato della strada per mitigare gli impatti sul paesaggio derivanti dall’eliminazione del terreno superficiale.
Un tempo l’area (le fonti bibliografiche risalgono all’epoca romana) era frequentata e conosciuta per i poteri curativi delle Terme, attorno alle sorgenti dio acqua calda erano sorti vari edifici, ma la storia del complesso ha visto periodi alternati di rilancio e di degrado e abbandono. Un degrado che si è manifestato in particolare negli ultimi decenni a causa dello stoccaggio di rifiuti industriali. Gli interventi di risanamento ambientale sono dovuti proprio a questo: durante gli anni ’70 e ’80 infatti l’area è diventata un vero e proprio deposito di materiale di varia natura e ha perso i connotati geografici e geologici che la caratterizzavano.
In particolare dal 1974 sino al 1986 la zona è stata utilizzata per lo stoccaggio delle ceneri prodotte dalla Centrale termoelettrica Enel e di quelle durante il periodo di funzionamento dell’impianto di incenerimento comunale.
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