Monfalcone, militare condannato dovrà dare 49.520 euro all’Arma
MONFALCONE La Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha condannato Domenico Monagheddu, all’epoca maresciallo appartenente alla Compagnia dei carabinieri di Monfalcone, a pagare 49.520 euro in favore del ministero della Difesa, quale “danno indiretto” all’amministrazione dell’Arma.
Un risarcimento di quanto il Dicastero aveva liquidato alle parti civili in sede di Appello, chiamato in solido nel procedimento di secondo grado, al netto però del danno di immagine, non ritenuto applicabile dalla Corte dei Conti, secondo le disposizioni del nuovo Codice della giustizia contabile, ma anche reputando che una quota del danno, pari al 20 per cento dell’importo economico, sia riconducibile a quanti “avrebbero dovuto vigilare” sull’operato del militare.
Il tutto, in virtù della condanna penale passata in giudicato, nell’ambito del procedimento a carico dell’allora comandante del Nucleo operativo radiomobile in relazione ad alcuni metodi di indagine anti-droga “fuori norma”. Il riferimento è a cinque operazioni di contrasto al commercio di sostanze stupefacenti collocate tra il 2007 e il 2009.
Sentenza diventata definitiva, pur a fronte di prescrizioni di reato e della diminuzione della pena, per la quale la Corte dei Conti non può quindi entrare nel merito.
La Cassazione nel marzo del 2018 aveva condannato il militare a tre anni e un mese, riducendo la pena stabilita dalla Corte di Appello per effetto di prescrizioni.
A promuovere l’azione giudiziale davanti alla Corte dei Conti era stata la Procura regionale, che lo scorso febbraio ha chiamato in giudizio Monagheddu, rappresentato dal difensore avvocato Francesco Longo del Foro di Pordenone. Con ciò a seguito della segnalazione del Comando Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia in merito ad un “danno indiretto” procurato all’Arma, quantificato in 61.900 euro. Era stato infatti il Ministero della difesa, chiamato in solido, a liquidare le parti civili in sede di Appello, i 61.900 euro versati a titolo di provvisionali e rimborso delle spese di giudizio.
E nel 2019 l’Amministrazione della difesa aveva proceduto ad un atto di messa in mora nei confronti dell’allora militare della Compagnia monfalconese per il relativo risarcimento. La Procura erariale aveva pertanto chiamato a giudizio Monagheddu nel richiedere, assieme all’importo considerato, anche il danno di immagine quantificato sull’ordine dei 25 mila euro, ossia 5 mila euro per ciascuna delle cinque operazioni anti-droga contestate nel procedimento penale. Una richiesta complessiva dunque di 86.900 euro, “oltre accessori, in favore del Ministero della difesa dove è incardinata l’Arma dei carabinieri danneggiata”.
Il militare, assistito dall’avvocato Longo, si è costituito in giudizio lo scorso 24 settembre, esponendo le proprie ragioni, tra le quali affermando di non aver mai tratto profitto personale dalle condotte contestate e di aver sempre improntato la propria attività al perseguimento dei fini istituzionali del Corpo di cui faceva parte. In conclusione la difesa si era dichiarata per l’insussistenza dei requisiti utili a promuovere l’azione di responsabilità erariale per danno all’immagine, per l’assoluzione da ogni addebito e, in subordine, per la riduzione del danno imputato.
Con la pubblica accusa della Procura erariale, a sua volta, a richiedere invece l’accoglimento di condanna in toto, quindi anche in ordine al danno di immagine.
La sentenza della Corte dei Conti, composta dal presidente Paolo Simeon, dal consigliere-relatore Giuseppa Cernigliaro e dal consigliere Paolo Gargiulo, è stata depositata il 30 dicembre scorso.
Riduzione dunque dell’addebito a carico del maresciallo determinato in 49.520 euro, nell’accogliere la richiesta della Procura regionale dichiarando altresì l’inammissibilità circa il risarcimento del danno di immagine, considerando anche le spese processuali, liquidate in 316 euro. Dopo cinque anni di sospensione dal servizio, nel 2014 il militare aveva preso servizio alla stazione dei carabinieri di Cervignano.—
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