Monfalcone, l’opposizione attacca sul voto nel rione Centro: «Si lede l’autonomia del parlamentino»
TRIESTE Giù le mani dai rioni. In difesa del comitato Centro, «tartassato come mai si era visto prima» (copyright by Fabio Delbello), piomba in campo l’opposizione con un’interrogazione unanimemente sottoscritta e presentata ieri alle 11 all’ex Pretura. Così l’affaire “elezioni sotto il vischio” diventa a tutti gli effetti una battaglia politica, mentre in queste ore gli uffici del Comune, che la vigilia di Natale avevano formalmente richiesto al rione copia di tutta la documentazione inerente lo svolgimento del rinnovo del direttivo – e in particolare: la presentazione delle singole candidature e il verbale di accettazione delle stesse, l’atto di nomina dei componenti della commissione elettorale e il verbale delle operazioni di seggio – sono al lavoro nella disamina dei fogli inoltrati in risposta dall’organismo di piazza Falcone e Borsellino. Il sindaco Anna Cisint spera che tutto sia regolare «e la vicenda si chiuda lì», altrimenti «come pubblici ufficiali dovremmo procedere».
Intanto chiede, il centrosinistra, se «si intenda rispettare la lettera del Regolamento che istituisce i comitati di rione in forma di libere associazioni stabilendo che gli stessi svolgono la loro attività in regime di volontariato e in completa autonomia e libertà», rispetto all’amministrazione. E se la maggioranza «si impegna ad astenersi dal mettere in atto azioni lesive di tale completa autonomia e libertà contraddicendo in questo modo lo Statuto comunale e il Regolamento per la partecipazione popolare». Stando al dem Fabio Delbello la polemica «nasce da un equivoco di fondo, ovvero dalla confusione tra le libere forme associative su base di quartiere, istituite 25 anni fa, e le circoscrizioni di decentramento», non previste a Monfalcone, e quindi «dalla non perfetta conoscenza delle carte fondamentali del Comune». «I comitati rispondono esclusivamente all’assemblea», tuona Delbello reputando fin qui «ineccepibile» la condotta del parlamentino. E come organismi indipendenti «aprono a tutti i residenti il diritto di voto», dunque «under 16, persone con attività nel quartiere, immigrati che qui lavorano e pagano le tasse».
«È ora di finirla di utilizzare i rioni quali trampolino di visibilità e bacino di voti, cosa già accaduta, proprio con il Centro, per Garimberti e Cauci, con Marina Julia per Venni – arringa Annamaria Furfaro de La nostra città –: ricordo il tentativo fallito, perché da me sventato, di insediare nel direttivo di Panzano l’assessore Tosoratti, vedova Sepuca, e il leghista Danilo Tanzariello, in totale difformità dallo statuto del rione che per la candidatura richiede assenza di tessere. Questo proprio perché la politica ha tanti altri palchi per esprimersi, i cittadini comuni no». Furfaro evidenzia «l’affluenza minima» alle elezioni rionali e la «misera partecipazione alle assemblee», aspetti peraltro già messi in luce in Aula per chiedere un passo indietro sulla costituzione del sesto rione (Marina Julia). Cisint ingerisce in «competenze non proprie» creando una «situazione imbarazzante», stando a Omar Greco (Art 1). «Negri, Virgulin e gli altri – prosegue – sono persone che si spendono, fanno volontariato, non hanno mai fatto dichiarazioni contro l’amministrazione e dunque non meritano questo trattamento. Non lo dico per ragioni politiche, ma umane».
Riconduce, Greco, la querelle alla «smania di controllo» del sindaco. «Nel frangente del rinnovo del direttivo rionale – sempre il consigliere – l’amministrazione ha tenuto un comportamento intimidatorio e di sfida senza precedenti. L’aver confermato la votazione pur davanti alle pressioni è stata la scelta giusta». Gualtiero Pin (M5S) e Lucia Giurissa (Pd) evidenziamo rispettivamente come «il potere di ascolto del comitato Centro sia forte, rispetto agli altri parlamentini, per la vicinanza al palazzo dei bottoni e perché si tratta del quartiere dove c’è la più alta percentuale di bengalesi e nello stesso tempo di misure a contrasto del degrado» e come «negli ultimi 25 anni i monfalconesi abbiano preferito residenze diverse lasciando le loro case in affitto alla nuova popolazione che ha prediletto quest’area per fare comunità». «Siamo stati accusati – conclude la dem – di strumentalizzare i rapporti con i rioni, ma è vero invece che negli ultimi 8 anni il legame tra centrodestra e comitato è stato molto stretto». –
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