Monfalcone, la grande fuga degli italiani: classe con 100% di stranieri

I quattro alunni locali spostati dai genitori. La dirigente Tessaro: «Rimasti i bengalesi»
Bambini stranieri entrano a scuola accompagnati dalle loro mamme
Bambini stranieri entrano a scuola accompagnati dalle loro mamme

MONFALCONE L’anno scolastico è iniziato e alla primaria Duca d'Aosta ha visto debuttare una prima tutta “straniera”: quella a tempo normale è passata nel corso dell’estate dall’80 al 100% di alunni con origini straniere. I quattro bambini italiani che vi erano iscritti sono stati spostati dai genitori. Una scelta condivisa anche da un alunno straniero, non di etnia bengalese, quella largamente maggioritaria nella classe, che può contare in ogni caso su una maestra di ruolo alla d’Aosta da anni e da tempo impegnata sul fronte dell’interculturalità.

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Le ostetriche nella sala per i parti in acqua all’ospedale di San Polo (Foto Bonaventura)

Proprio la presenza di un nucleo massiccio e compatto di stranieri con radici nella stessa comunità ha però convinto la minoranza italiana a trasferirsi. La preoccupazione espressa dalle famiglie era quella che la maggioranza utilizzasse la lingua del paese d’origine per comunicare al proprio interno, condizionando di fatto la didattica.

I 18 bambini bengalesi, affiancati da due alunne di origine diversa, sono in realtà quasi tutti “monfalconesi”, cioè nati nell’ospedale di San Polo e cresciuti in città, all’interno, però, di una comunità ormai molto ampia. La conoscenza dell’italiano non è uguale per tutti, anche se c’è stata una frequenza della scuola dell’infanzia, e la dinamica, in qualche modo naturale, potrebbe diventare quella di passare alla lingua di famiglia.

«Proprio per tentare di anticipare situazioni del genere - spiega la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Giacich, Susanna Tessaro - si cerca di coinvolgere la classe in attività trasversali con le due prime a tempo normale, la cui composizione è decisamente diversa. Le maestre come sempre si sono attivate e stanno operando per tempo».

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Avere classi con una massiccia presenza straniera non è una novità per le scuole dell’Istituto comprensivo, ma non era in effetti mai accaduto, come riconosce la dirigente, che vi fosse una concentrazione così elevata di bambini stranieri con le stesse radici. Il fatto che si sia creato un “accumulo inusuale” non deriva solo dal fatto che molte famiglie bengalesi abitano in centro e scelgono, anche per questioni logistiche e di trasporto, la scuola più vicina a casa. L’altra concausa è la mancata scelta della scuola da parte degli italiani che pure vivono in centro e in alcuni casi utilizzano lo scuolabus per raggiungere altre scuole, più in periferia.

«In prospettiva, quindi, la soluzione potrebbe o dovrebbe essere quella di convincere un maggiori numero di famiglie a scegliere questa scuola anche per il tempo normale - afferma la dirigente -, ritornando così alle due sezioni che c’erano un tempo. In questo modo la presenza di stranieri diventerebbe subito più equilibrata, favorendo processi di integrazione ai quali la scuola lavora ormai da anni». Con progetti davvero unici. L’ultimo in ordine di tempo coniuga l’attività motoria all’apprendimento della lingua italiana e di altre competenze scolastiche e ha ottenuto il sostegno del Coni regionale e del Comune.

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Bambini stranieri accompagnati a scuola dalle madri

«Va comunque ribadito che la presenza di stranieri che non parlano l’italiano - osserva la dirigente scolastica Tessaro - non ha mai assolutamente superato percentuali importanti nelle nostre scuole. La scuola in ogni caso provvede e intende provvedere ad affrontare le situazioni che le si presentano. Il Comune, forse, potrebbe sostenere il riequilibrio, magari garantendo il trasporto verso il centro a chi sta un po’ più distante da una scuola che, visto il numero di insegnanti, riesce a mettere in campo numerosi progetti di alto livello». Vedi l’ultradecennale esperienza con l’Ente regionale teatrale che assieme alla Duca d’Aosta realizza il Mat+S, Musica arte teatro e scienza.

Il problema, comunque, andrà affrontato, si presume anche assieme al Comune, perché situazioni del genere rischiano di avere effetti negativi un po’ per tutti, docenti, alunni, famiglie. La questione riguarda in particolare la Duca d’Aosta, dove gli alunni di origine straniera al tempo normale oscillano appunto tra il 100% e il 53% dell’attuale quarta (al tempo pieno la soglia del 30% viene abbondantemente rispettata), ma non solo. «Va detto che poi la questione alle medie - conclude la dirigente - in qualche modo non si riproduce, perché molte famiglie del Bangladesh, fanno ritornare i propri figli nel Paese di origine, almeno per un periodo».

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