Monfalcone, la “febbre” da furgone contagia i candidati

Gherghetta ingaggia l’autista Maschio. Duello fra i Pensionati e i puristi grillini. Altran senza bici per il postumi della polmonite
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-12.10.2016 Camion con cartelli elettorali-Kulier-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-12.10.2016 Camion con cartelli elettorali-Kulier-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Giornate a percorrere ogni centimetro della piazza, fino a consumare le suole dei mocassini, per convincere l’elettore ad appioppare una ics proprio su quell’aspirante sindaco. Centinaia di “santini” piallati dalla stampa e distribuiti come caramelle confidando che accanto alla croce il monfalconese indichi anche una preferenza. Migliaia di strizzate d’occhio, mani e abbracci per sembrare il papabile consigliere della porta accanto, il “dritto” da votare. E poi, a dieci giorni dalla fatidica data, sbuca on the road un motore rombante che in quattro clacson e due sbandierate in centro colpisce l’immaginario collettivo “rubando” voti al tradizionale porta a porta.

È la campagna elettorale, bellezza, e tu non ci puoi far niente. I furbi si fanno il furgoncino pro voto. Magari talvolta se lo “scordano” sul ciglio della strada? Tutta pubblicità guadagnata. Reclame gratis, o quasi. Meno scontata del depliant. Più accattivante del prolifico “santino” che ormai lo trovi imbucato dappertutto: nell’auto, in tasca, nella spesa. Ma c’è anche chi, davanti ai potenti mezzi, solleva il sopracciglio. È il grillino, infastidito non tanto dal variopinto veicolo («che comunque inquina e non è ecologico»), bensì dal suo abuso. Ma chi sono i motorizzati? Per ora figurano La nostra città, con l’“autista” Paolo Maschio, ex presidente dell’Azienda speciale porto già salito alla ribalta per il supporto al pigmalione Enrico Gherghetta nell’affissione - modello speedy Gonzales - dei manifesti (primo podio); il partito dei Pensionati di Luigi Ferone, con a bordo il segretario Claudio Vascotto di un mezzo blu di proprietà, così niente nolo e spese circoscritte al carburante: del resto, sono pensionati, mica milionari; e infine Alternativa che tifa Suzana Kulier, con veicolo guidato da Giovanni Menon, un candidato.

«È una campagna triste e violenta, in cui si vuole dipingere la città come il Vietnam - filosofeggia Gherghetta, padre costituente de La nostra città -. La destra punta sullo sfascismo, della serie: tutto va male. Ma ciò si ritorcerà contro Cisint. Almeno noi, con le nostre trovate, il furgone bianco, il big match, Monfalcone Hollywood, facciamo proposte senza offendere. Zero soldi, ma tante idee. E contatto col cittadino: questo è il nostro potente mezzo». Contraria ai camion elettorali, invece, Elisabetta Maccarini, candidata M5S: «Quello dei Pensionati l’ho visto per diverso tempo parcheggiato nella zona carico e scarico della piazza, in un punto in cui mia madre, disabile, si è beccata la multa nonostante il tagliando. Uno dei pochi in cui neppure un portatore di handicap può sostare, perché lì si intralcia». «Non ho chiamato i vigili - prosegue - ma lo voglio segnalare. Noi grillini non facciamo né parliamo come i vecchi politici: io chiedo al cittadino partecipazione attiva, dibatto come ogni persona normale. E poi propongo volantini e programma, a piedi o in bici».

Bersagliati, i Pensionati non ci stanno: «Nelle altre città, nessuno ha mai avuto da ridire sul furgone - così Vascotto - che abbiamo lasciato in sosta per il tempo necessario a scaricare il banchetto e il materiale. Non abbiamo commesso irregolarità: tutti si fermano lì». «La verità - ha chiosato il regionale Luigi Ferone - è che siamo scomodi, duri a morire. E saremo la sorpresa di queste elezioni». Kulier, finita nel mirino del web per aver disertato un paio di confronti (ieri ha mandato un delegato), afferma che Alternativa «non è per i tavoli inutili: preferisce scendere in strada, entrare nelle case Spaini, parlare con la gente e vedere come è abbandonata». Ruote a terra, infine, per la candidata Silvia Altran, dispiaciuta di non poter condurre la campagna come 5 anni fa, in bici, «mezzo veloce, ecologico e comodo»: i postumi della polmonite vietano sforzi: «Mi sposto in auto e dedico ai confronti, avremo presto appuntamenti importanti, come quello con Miotti sul “Dopodinoi”, dedicato alla disabilità».

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