Monfalcone, la “battaglia” dei rumori finisce davanti al giudice

L’azienda al Tar contro la diffida partita dal Municipio dopo alcuni sforamenti. Chiesto anche l’annullamento del report di Arpa e del Piano acustico comunale
Bonaventura Monfalcone-26.11.2017 Visita per le maestranze e la cittadinanza-Msc Crociere-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.11.2017 Visita per le maestranze e la cittadinanza-Msc Crociere-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE I rumori dello stabilimento di Panzano sono “approdati” davanti al Tribunale amministrativo regionale. La società Fincantieri, infatti, ha chiamato in causa il Comune e l’Arpa Fvg. Ha impugnato in particolare la diffida dell’ente locale alla prosecuzione dell’attività nel cantiere navale di fronte al permanere dell’emissione di rumori che erano risultati superiori rispetto ai limiti previsti dal Piano comunale di zonizzazione acustica del territorio monfalconese.

L’azienda ha inoltre impugnato la relazione di Arpa Fvg che aveva eseguito le misurazioni, e lo stesso piano di classificazione dei rumori che era stato approvato dal Consiglio comunale nel 2014.

Una contestazione, dunque, su tutti i fronti e per la quale Fincantieri nel ricorrere al Tribunale amministrativo regionale ha richiesto l’annullamento degli atti.

Tutto risale alla scorsa estate quando Arpa Fvg, tra luglio e agosto, aveva eseguito le misurazioni fonometriche prendendo in considerazione di una serie di recettori sensibili, nel quartiere di Panzano, nell’area della scuola media Giacich, nonché all’altezza della caserma della Guardia di finanza, antistante lo stabilimento navale rispetto al canale Valentinis. Da qui erano emersi gli sforamenti in ordine ad alcune delle misurazioni effettuate.

Arpa aveva inviato il relativo rapporto all’ente locale e, come da procedura, anche alla Procura di Gorizia. A fronte del “report” dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, era scaturita la diffida «dalla prosecuzione dell’attività al permanere delle condizioni di superamento dei limiti acustici» nei confronti di Fincantieri, da parte del Comune a firma dell’allora dirigente dell’Area tecnica, Licinio Gardin.

La diffida era stata comunicata all’azienda lo scorso novembre, mettendola a parte della campagna di rilevazioni eseguita da Arpa Fvg, dalle quali erano emerse «alcune non conformità riconducibili all’attività produttiva dello stabilimento Fincantieri, rispetto ai valori limiti acustici imposti dal Piano comunale di classificazione acustica». Ciò, peraltro, con la riserva da parte del Comune di «assumere ogni atto e provvedimento finalizzato a ricondurre l’esercizio dell’impianto produttivo al rispetto della normativa in materia di inquinamento acustico».

Lo scorso fine gennaio la società Fincantieri ha quindi impugnato la diffida, la relazione Arpa e lo stesso Piano acustico comunale davanti al Tar con la relativa richiesta di annullamento.

Una vicenda articolatasi a cavallo tra il 2017 ed il 2018, con l’approdo al Tar regionale. Nel frattempo la società Fincantieri ha ottenuto l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Regione lo scorso dicembre. L’Aia contempla tutte le prescrizioni in termini di emissioni e immissioni, in ordine alle sostanze e ai rumori prodotti dall’attività del cantiere. Una procedura del tutto autonoma e distinta.

Aspetto infatti diverso è il procedimento giudiziario avviato dalla società. Che da parte sua mette in dubbio tutta una serie di elementi.

A partire dal Piano comunale di classificazione acustica, per il quale evidenzia gli inquadramenti della classificazione relativi allo stabilimento navale, che rendono insostenibili i limiti acustici fissati, comunque più gravosi rispetto a quelli stabiliti dall’ordinamento, impedento l’ordinario esercizio dell’attività industriale. In altre parole, il ricorso è volto a definire una “corretta determinazione” dei parametri di zonizzazione acustica.

Viene anche “accampata” la presenza storica della fabbrica in ordine quindi al “pre utilizzo” dell’area produttiva rispetto alle successive residenze nel quartiere di Panzano.

L’azienda fa inoltre riferimento alla “trasparenza” dell’attività amministrativa, privata del contraddittorio non avendole consententito la partecipazione alla procedura e alla comunicazione dell’avvio del procedimento che ha comportato la diffida. Dubbi anche sulle rilevazioni di Arpa Fvg, che tuttavia, nel suo rapporto aveva anche considerato la necessità di eseguire ulteriori approfondimenti, riconoscendo la complessità delle verifiche.

Comunque per l’azienda rilevamenti ritenuti a spot per un periodo ristretto. Infine, la società fa riferimento ad una istruttoria carente.

 

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