Monfalcone, in piazza il “panchina day”. La Lega apre il suo gazebo
MONFALCONE La piazza torna a “dividersi”. Di spazio comunque ce n’è per ospitare non solo il “panchina day”, ma anche il gazebo del tesseramento nazionale del Carroccio. Sembra quasi un “deja vu”, quando ad occupare il cuore pedonale cittadino, a colpi di slogan elettorali, erano le coalizioni contrapposte in ballo per le amministrative.
Certo è che quella di questa mattina rappresenta la prima forma di protesta pubblica contro l’amministrazione Cisint, nei quasi primi 100 giorni di mandato. Che fa dire a chi vuole metterci il pepe: «Ora le panche e l’ultimo atto anche l’eliminazione del Giovedì del Libro. Si va solo di sottrazione». I rulli di tamburo sono in movimento.
Con l’Anpi a farlo presente: «I provvedimenti della nuova giunta comunale di Monfalcone ci inquietano. Panchine tolte, altre telecamere, dissuasori di “seduta”, sanzioni per chi chiede l’elemosina, il taglio di Contrazioni, ma anche la chiusura del ciclo di presentazioni di libri del giovedì in biblioteca, dove neppure si troveranno più alcuni quotidiani invisi alla nuova amministrazione».
C’è chi lo ha definito un flash mob, una chiamata alla mobilitazione pacifica in salsa carnascialesca. Che intende “rivendicare” il bene pubblico, la libertà di poter sedersi e sostare in piazza. Un happening che il tam tam sui social ha fatto da cassa di risonanza. Nessun “cappello” a identificare l’iniziativa. Ma intanto già ieri ci si poteva in qualche modo contare.
Il “popolo” della sinistra ci sarà al completo. Con Cristiana Morsolin a spiegare: «È una manifestazione spontanea, io e il mio gruppo de La Sinistra per Monfalcone abbiamo deciso di aderire. Il sindaco dice che le panche sono brutte e scomode, spiegazione un po’ debole, eppure le ha tolte senza un progetto alternativo, oltre a buttare 20mila euro. Tutto ha un retrogusto poco nobile. Quando la Lega era all’opposizione ricordo le interrogazioni di Razzini e Pacor proprio per tirar via quelle panche».
Quanto ai “problemi veri” chiamati in causa dalla prima cittadina, rilancia: «Ci sembra che il sindaco giochi in difesa. Se lei si occupa solo di problemi veri ci chiediamo dove abbia trovato il tempo di organizzare una cosa così inutile come la rimozione delle panchine, ma soprattutto perché sia così preoccupata di questa manifestazione e continui a non rispondere alle domande.
L’altro ieri - aggiunge - un signore che era andato a leggersi comodamente la Costituzione portandosi la sedia da casa, è stato invitato dai vigili ad andarsene. Ci sembra un fatto piuttosto grave, strano, antidemocratico».
Niente copyright. Intanto il leghista Massimo Asquini, ha chiarito: «Il nostro gazebo è stato prenotato da tempo. Si tratta del tesseramento nazionale, come sta avvenendo in tutta Italia. Ci saremo oggi e domani, dalle 9 alle 12.30».
Asquini non si ferma alla spiegazione logistica: «Etichettare l’eliminazione di alcune panchine come un atto razzista è assurdo. Le panche sono di tutti e se sono state tolte, peraltro solo alcune in ragione del guadagno di spazio per ulteriori allestimenti, sono state tolte per tutti. È una manifestazione strumentale, è ridicolo perdersi in queste bassezze, di fronte ai problemi reali della città che vanno affrontati».
In piazza stamane ci sarà anche il consigliere del Pd, Omar Greco, che ha specificato: «Ci sarò come cittadino. È grave voler mettere il cappello politico a questa manifestazione. Il sindaco ha negato che aver tolto le panchine sia una misura legata agli stranieri. Dice che non le piacciono. Allora che le sostituisca. In tutte le piazze pedonali ci sono le panchine.
Diversamente, il significato è un altro. La manifestazione odierna è per il senso civico, perché non vogliamo che Monfalcone si pieghi su se stessa e la vicenda delle panchine ne è l’esempio più forte».
Ci sarà la segretaria dem, Lucia Giurissa. «Le panchine sono fatte per fermarsi in città, non hanno generi o etnie. L’eliminazione senza sostituzione delle panche fa riflettere. Il degrado sta negli occhi di chi guarda, non nella sostanza delle cose.
Questa di stamane - aggiunge - è una manifestazione apartitica. Ho deciso di esserci e ho esteso ad altri l’invito. Ho peraltro notato sui social un’acredine contro questa iniziativa fuori luogo. È un rivendicare uno statuto di comunità. Non so di cosa abbia paura il centrodestra, e se è una questione estetica, che ci propongano qualcosa di diverso».
Enrico Gherghetta ha fatto il suo girando a sua volta sui social l’invito. «Sarò presente con il cuore - dice - poichè purtroppo sono impegnato a Trieste. Al di là delle panchine - aggiunge - è il metodo che è stato assunto, offensivo nei confronti degli altri. Credo che la Cisint debba imparare ad essere sindaco di tutti, non una falange armata. Questa manifestazione è nata fuori dai partiti ed è questo che la deve preoccupare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo