Monfalcone, in corteo la protesta delle tute blu. È la quarta morte bianca dal 2008

MONFALCONE. È la quarta morte bianca, dal 2008 a oggi, che si verifica all’interno del perimetro della Fincantieri. I rappresentanti dei lavoratori, ieri, lo ripetevano come un disco rotto ricordando Ismail Mia, precipitato nel 2011 da un’apertura a pavimento, e le due vittime del 2008, l’annus horribilis: Mauro Michele Sorgo, a 43 anni rimasto schiacciato fra le porte tagliafuoco della sala macchine della Ruby princess e Yerco Juko, 41 enne croato, venuto a mandare sei mesi prima.
«Ma c’è anche il grave infortunio del 2010 di Carlo Bevilacqua, oggi costretto su una sedia a rotelle», ha rammentato il coordinatore della Fiom Moreno Luxich.
Fincantieri negli ultimi anni ha molto investito sul tema della sicurezza. E i sindacati lo sottolineano. Ma quanto accaduto ieri a una lavoratore di una ditta esterna non può passare senza che il mondo dei lavoratori mandi un segnale.
Per questo stamattina alle 5, quando il primo turno ha iniziato l’attività in cantiere, i tornelli sono stati presidiati e i dipendenti delle ditte esterne invitati a non entrare nello stabilimento. Il volantinaggio è iniziato all'alba ai cancellii. Poi, alle 8.30, un corteo di operai si è mosso lungo le arterie cittadine. Ha partecipato alla manifestazione silenziosa, assieme ad alcune centinaia di operai, anche la sindaca Anna Cisint.
La reazione dei sindacati all’infortunio mortale sul lavoro, ieri, è stata comunque immediata. Le Rsu di Fim, Fiom, Uilm di stabilimento hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata dalle 9, effettuando quindi il giro delle diverse aree del cantiere per avvisare i lavoratori, diretti e indiretti.
Il grosso degli operai e tecnici in quel momento in stabilimento ha iniziato a uscire verso le 10, ma lavoratori hanno continuato a lasciare il cantiere alla spicciolata fino alle 13. Altri che avrebbero dovuto iniziare il secondo turno non sono entrati.
«Solo qualche giorno fa avevamo denunciato problemi di sicurezza a bordo della nave in costruzione in bacino - ha detto ieri il coordinatore Fiom Luxich -, simili a quello del capannone dove oggi (ieri, ndr) ha perso la vita il lavoratore bosniaco. Cioè fori non protetti». La questione è che «Fincantieri spende non poco in sicurezza e per la formazione, ma poi questo non si trasferisce nei luoghi di lavoro».
A detta del coordinatore della Uilm, Andrea Holjar, esiste inoltre una diversa "gestione" della questione da parte delle ditte esterne. «La formazione non può fermarsi al primo ingresso in stabilimento e rimane inoltre un problema di comprensione dell’italiano da parte di una fetta dei lavoratori stranieri», ha sottolineato.Una posizione “neutra” invece quella dell’Ugl, in attesa di sentire Fincantieri e l’esito dell’indagine di polizia.
La segreteria provinciale ieri ha inoltre denunciato l’esclusione del suo delegato nella Rsu, Cristian Menotti, dall’incontro con l’azienda sull’incidente mortale, nel primo pomeriggio di ieri, per iniziativa del coordinatore Fiom Luxich.
«Sul fatto accaduto si sta facendo politica - ha attaccato il segretario provinciale Mauro Marcatti - e di ciò discuteremo sui tavoli preposti». Anche l’Ugl sottolinea come Fincantieri negli ultimi anni abbia «investito parecchio sul protocollo sicurezza con corsi sia per i dipendenti Fincantieri sia per il personale delle ditte». Pure l’Ugl esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore scomparso.
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