Monfalcone in controtendenza: più residenti, mentre nel resto del Fvg calano

Sono 304 in più al primo gennaio 2020 rispetto a un anno prima. Dominano gli stranieri che si avviano  a toccare il 23% del totale

Monfalcone capoluogo regionale della crescita demografica ma che sia un buona notizia è tutto da dimostrare. In un quadro regionale di desolante decrescita sotto alla Rocca si registra una controtendenza marcata. Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati dell’Istat.



Nel Nordest solo il Veneto, oltre al Fvg, presenta una variazione negativa. Lo sfondo della notizia è che il Friuli Venezia Giulia prosegue il calo della popolazione dove al primo gennaio 2020 il numero di residenti era pari a 1.211.357, 4.180 in meno rispetto ad un anno prima. Prosegue dunque la dinamica negativa iniziata sei anni fa, quando gli abitanti in regione avevano sfiorato quota un milione 230 mila, 18 mila in più rispetto al dato attuale. Il calo osservato nell’ultimo anno si è concentrato nella provincia di Udine (-2.758 unità, pari a –0,52%), ma è stato consistente anche in quella di Trieste (-945 residenti, pari a –0,40%). Le province di Pordenone (-0,05%) e Gorizia (-0,24%) presentano una maggiore tenuta. Tra i cinque comuni più grandi spiccano gli incrementi di Monfalcone (+304 residenti, pari a +1,07%) e Pordenone (+159, +0,31%).

A Monfalcone i residenti di origine straniera si avviano a toccare il 23% del totale proiettato verso quota 29 mila.

La comunità bengalese continua a crescere. Nel 2019 a ritmi ancora più sostenuti. I maschi erano 1.383 al 31 dicembre 2019 contro i 1.556 alla chiusura del 2018. Allo stesso tempo è aumentato però il numero delle donne, 1.907, 841 in più dell’anno precedente.

Nel suo insieme i cittadini bengalesi residenti sono risultati alla fine dello scorso anno 3.290 (l’11% della popolazione totale di Monfalcone), rispetto ai 2.648 del 2018, con un aumento pari al 24,24%. In due anni la comunità ha fatto un balzo in avanti di mille unità. Ad anticipare sostanzialmente i dati dell’Ires erano stati quelli diffusi ai primi dell’anno e relativi al Punto nascita del San Polo che ha registrato 705 parti, di cui 5 gemellari portando a 710 i nati complessivi. A fronte di un inizio 2019 caratterizzato da un calo importante delle nascite, e della chiusura del Punto nascita di Palmanova a fine luglio, San Polo ha recuperato diversi parti.

Dall’area sanitaria della Bassa friulana, sono stati 90 i parti riconducibili a 59 pazienti residenti nel Cervignanese e nel Palmarino, e a 31 isontine. In particolare, delle 705 partorienti complessive che hanno scelto il San Polo, 612 sono isontine, 15 provenienti dall’area triestina, 6 dall’Udinese e 13 da extraregione. L’incidenza delle donne straniere è stata pari al 40%. –

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