Monfalcone, illeciti nell’appalto, 12 indagati e 4 ditte

Udienza preliminare il 18 ottobre. Ipotesi associazione a delinquere, estorsione nei confronti dei lavoratori e truffa all’Inps
Alcuni operai ai tornelli entrano nello stabilimento di Panzano (Foto Bonaventura)
Alcuni operai ai tornelli entrano nello stabilimento di Panzano (Foto Bonaventura)

Dodici indagati, oltre a quattro società che erano operanti nell’ambito dell’appalto di Fincantieri. Le ipotesi di accusa chiamano in causa i reati di associazione a delinquere, nonché illeciti di carattere amministrativo.

Il tutto finalizzato all’estorsione nei confronti dei lavoratori dipendenti, per lo più bengalesi, ma non solo. Nel procedimento rientra anche l’ipotesi di accusa inerente la truffa ai danni dell’Inps della provincia di Gorizia.

Indagini pregresse, risalenti ad alcuni anni fa, che avevano portato alla luce quello che si è tradotto in un secondo filone di inchiesta, riconducibile alla famiglia Comentale.

Primo processo sul caporalato
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Un primo processo, che aveva coinvolto la famiglia Commentale, era culminato in sette condanne al Tribunale di Gorizia. A fronte peraltro della disposizione, nei confronti dei Commentale, circa l’impossibilità di adire ad appalti pubblici per un anno, pertanto evidentemente anche nello stabilimento di Panzano.

Allora erano stati sette gli imputati nel procedimento, a diverso titolo. Pene complessive per vent’anni e sei mesi. Con l’applicazione da parte del Collegio giudicante di sei patteggimenti, quelli che erano stati negati da parte del Pubblico ministero precedente, un dissenso che i nuovi giudici avevano ritenuto ingiustificato.

L’ulteriore “costola” giudiziaria incentrata sui Comentale si era invece interrotta, a causa del trasferimento del pubblico ministero titolare dell’inchiesta.

Il pubblico ministero Laura Collini
Il pubblico ministero Laura Collini
Il pubblico ministero Laura Collini
Il pubblico ministero Laura Collini


Un fascicolo che era stato poi ereditato dal pubblico ministero Laura Collini la quale ha portato a termine il procedimento inquirente.

E ora, a chiusura dell’indagine, il tutto approderà davanti al Gip Flavia Mangiante. L’udienza preliminare è stata fissata il prossimo 18 ottobre.

Chiamati a rispondere ai fini dell’eventuale rinvio a giudizio sono dunque dodici imputati. Si parla in questo caso della famiglia Comentale, apparentata ai Commentale.

Circostanze e fatti che pur con ipotesi di accusa similari, hanno imboccato strade procedimentali separate, comunque sempre nell’ambito dell’attività dell’appalto del cantiere navale.

Indagini nei confronti delle quali, peraltro, la stessa società Fincantieri aveva garantito la propria collaborazione.

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Oltre ai dodici imputati, sono quattro le società per le quali vengono contestati illeciti amministrativi. Responsabilità amministrative, dunque, inerenti alcune categorie di reati compiuti in forma organizzata. Si considerano pertanto in parallelo illeciti nei confronti della “persona fisica” e della “persona giuridica”, in termini di rappresentanza legale.

Il pubblico ministero Laura Collini
Il pubblico ministero Laura Collini


Un’articolata vicenda, quella completata dal Pm Collini, in attesa a questo punto dell’eventuale avvio del processo, decisione che spetta al giudice per le indagini preliminari Mangiante.

In filigrana si colgono aspetti in ordine al “modus operandi” di quella che gli inquirenti hanno ritenuto un’«organizzazione criminale», sempre comunque ai danni dei lavoratori dipendenti. Estorsioni, ipotizza sempre l’accusa, in violazione dei diritti attinenti a ferie, straordinari, stipendi, ore lavorative effettive o “figurate”.

Compresi i presunti passaggi di operai da una ditta all’altra attraverso licenziamenti-dimissioni imposti e altrettante riassunzioni imposte anche quindi “sfruttando” i benefit in termini di incentivi e contributi previdenziali.

In sostanza, un modo, dunque, è sempre l’ipotesi di accusa, per aggiudicarsi gli appalti e conseguire guadagni in virtù dei risparmi ottenuti sui contributi previdenziali dei lavoratori. Da qui, dunque, l’accusa di truffa nei confronti dell’Inps della provincia di Gorizia.

Un’organizzazione complessa, per la quale l’attività di indagine messa in campo ha “insinuato” i propri accertamenti al fine di contrastare reati a danno dell’economia e delle finanze pubbliche e dall’altro fermare lo sfruttamento dei lavoratori
 

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