Monfalcone, il parroco ringrazia la città: «Eccezionale prova di solidarietà»
di Laura Borsani
La città dà lezione di solidarietà e di sensibilità. Gesti concreti, aiuti anche in termini economici. E la comunità riscopre i valori più autentici e profondi. Tanto che il parroco del Duomo di Sant’Ambrogio, don Fulvio Ostroman, la notte di Natale si era rivolto ai fedeli con queste parole: «Grazie Monfalcone, realtà aperta all’accoglienza e a chi è diverso».
Il nuovo anno porta dunque con sè un messaggio di speranza: «I segnali ci sono, evidenti - osserva don Ostroman -. In queste festività, la città si è dimostrata attenta e pronta a tendere una mano. Ha saputo essere una comunità solidale, dando prova di condivisione. Per questo il mio messaggio rivolto ai monfalconesi per il nuovo anno che si è aperto è quello della speranza. Il cammino non è facile, ma se sappiamo ritrovare il senso della comunità e dell’unione, sapremo affrontare anche questi momenti difficili».
La crisi continua a mietere nuove povertà, drammi umani, famiglie che, da un giorno all’altro, si trovano senza lavoro e senza la possibilità di pagare il mutuo della casa o di onorare l’affitto.
Don Ostroman pensa a quanti stanno vivendo sulla propria pelle condizioni di disagio e impoverimento che mettono a dura prova. E lo riconosce non senza fiducia e orgoglio: «I monfalconesi hanno saputo rispondere a queste situazioni drammatiche. Abbiamo avuto una risposta eccezionale, sia in termini di offerte economiche che di generi alimentari e di prima necessità. Che non si dica, pertanto, che Monfalcone è indifferente e non accogliente, perchè questo non è vero». Il parroco aggiunge: «In tempi così difficili è emersa la buona volontà e la generosità di molte persone. Il dramma di oggi è la perdita del lavoro, l’impossibilità di pagare i mutui, gli affitti, le bollette. Bisogna avere il coraggio di andare avanti e, con questo spirito solidale, unire le forze. Proprio nella difficoltà, come ho potuto apprezzare e constatare, si torna ad essere uomini e a dare il giusto significato ai valori della comprensione e dell’aiuto reciproco».
Città solidale e aperta alla condivisione. L’integrazione sociale è un altro aspetto toccato dal sacerdote: «C’è tanta strada da fare - osserva don Ostroman - ma i segnali rassicurano. Basta guardare all’attività svolta all’oratorio San Michele, dove giungono tanti bambini immigrati. A Natale, ad esempio, tre ragazze bengalesi si sono messe a disposizione per servire i pasti alla mensa offerta alle persone in difficoltà: anche questo è un piccolo segnale di speranza. Ci vuole tempo, è un processo che richiede pazienza e costanza. Ritengo, tuttavia, che il dialogo e la comprensione non mancano, lo sforzo è biunivoco».
Lo scorso anno don Ostroman ha levato un appello a proposito del degrado nell’area del centro. Anche su questo fronte il parroco esprime un messaggio di fiducia: «Le segnalazioni date hanno portato i loro frutti. C’è attenzione, e non manca l’impegno da parte delle istituzioni e delle forze preposte alla pubblica sicurezza».
Il parroco conclude riandando alle parole pronunciate in Duomo, durante la messa la notte di Natale: «L’annuncio di Dio fattosi uomo quest’anno risuona nel buio delle nostre fatiche e incertezze. Arriva in un tempo di crisi. Eppure, il canto del Gloria squarcia il silenzio anche nelle nostre “notti” e ci ricorda che quel Bambino è il Signore della Vita. Lui viene a noi per affermare che la speranza esiste, che il male non è vittorioso, non ha l’ultima parola».
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