Monfalcone, il mosaico urbano che darà vita al muro lungo via Duca d’Aosta VD

MONFALCONE Recupero, riciclaggio e reimpiego. È il progetto “Mosaiko Urbano Ceramiko” ospitato al Centro giovani di Monfalcone. Rigorosamente con la “k” proprio per distinguere il mosaico ceramico realizzato dal gruppo - utilizzando materiali di recupero scartati dalle aziende e destinati allo smaltimento - da quello tradizionale.
Ma come nasce un mosaico? Qual è il lavoro che sta dietro quest’opera di riciclaggio? Il materiale di recupero viene ridotto in piccoli pezzi: le tessere necessarie a comporlo. E una volta finito andrà ad abbellire gli edifici urbani.
Un percorso reso possibile dalla vittoria del concorso “Noi la città”, che mira a far riflettere i giovani sul contesto sociale in cui vivono e a ideare, o realizzare, un progetto mirato a valorizzare le risorse del territorio di Monfalcone.
Il nome “Mosaiko Urbano CeramiKo”, come detto, è un chiaro segnale di distinzione rispetto al mosaico ceramico tradizionale, in quanto il gruppo lavora con tessere più grandi che poi inserisce sulle vaste superfici degli edifici delle città.
Il progetto prevede l’abbellimento di luoghi pubblici all’interno di aree cittadine quali recinzioni, pareti, colonne o sottopassi. Un’attività innovativa che suggerisce delle soluzioni alternative alla demolizione o pitturazione di aree murarie urbane, soggette spesso al degrado.
Iniziato il 6 dicembre (con cadenza degli incontri ogni martedì dalle 17.30 alle 19.30) al Centro Giovani, il “Mosaiko Urbano Ceramiko” vede all’opera una decina di persone di età differenti, dai 14 anni in su, istruite da tre insegnati giovani: Elisa Brotto, Pietro Rosolini e Cristian Qamirani. Sono stati a loro volta formati dall’insegnante Dario Puntin dell’Associazione Domus Nostra di Ronchi dei Legionari, che ha come obiettivo quello di fornire nuovi sbocchi lavorativi ai giovani.
Brotto è quella che ha dato il la al gruppo Mosaiko, in quanto è stata la prima ad avvicinarsi all’arte del mosaico ceramico. «Due anni fa ho svolto la mia prima esperienza alla Ferula di Staranzano - racconta Elisa- dove ho realizzato il primo mosaico ceramico urbano su una parete dell’edificio. L’idea di abbellire il territorio e l’ambiente umano è un bel progetto a cui non si può proprio dire di no».

E adesso intende trasmettere passione e conoscenze ad altre persone - grazie anche all’aiuto di Pietro e Cristian che si sono aggregati a lei - e di diffondere l’arte di realizzare mosaici urbani, al fine di arricchire le città del Monfalconese.
«La formazione di un gruppo Mosaiko - spiega Puntin, presente ad alcune lezioni dell’attività al Centro giovani - permette di creare nuovi rapporti sociali attraverso la relazione e l’inclusione di categorie diverse di persone, che si rendono utili per il bene comune di una città».
Tra le persone che hanno aderito all’iniziativa ci sono tre ragazzi del liceo artistico di Gorizia, che intendono fare una nuova esperienza per poterla poi sfruttare ed esportare a scuola. Ma c’è anche qualche adulto, che già coltiva la passione per l’arte dilettandosi nella lavorazione della ceramica o che lavora nel settore artistico, pronto ad arricchire ulteriormente la propria cultura, imparando a fare un mosaico ceramico urbano.
«Ho deciso di trovare un po’ di tempo per me quando non lavoro - dice Riccardo, uno dei componenti del gruppo - e di dedicarmi alla lavorazione del mosaico ceramico urbano per tirare fuori qualcosa di artistico».
Altri adulti, invece, che arricchiscono già la propria giornata con altre attività, hanno voluto mettersi in gioco nella realizzazione di un’arte rara. E così il gruppo Mosaiko ha incominciato a lavorare sulla “fase fuori opera” di un mosaico, nella quale, attraverso dei laboratori, i diversi componenti imparano un unico metodo di lavoro nella realizzazione di un mosaico ceramico.
Ma qual è il percorso? Gli insegnanti forniscono un bozzetto, un disegno realizzato da loro. Ai partecipanti viene chiesto innanzitutto di scegliere i colori da inserire nel loro bozzetto. Successivamente sono chiamati a rompere in pezzi con uno spaccapietre il materiale di recupero scelto, per poi modellare con le pinze giapponesi le tessere in parti più piccole e nella misura richiesta dal disegno.
È un lavoro di cesello seguito da altri interventi. Successivamente bisogna posizionare una pellicola sopra il proprio disegno e incollarci sopra, con lo scotch, una rete. Bisogna utilizzare una pistola in silicone per attaccare le tessere e infine togliere la rete, che era stata posizionata sopra il bozzetto, su cui rimarrà attaccato il mosaico.
Il risultato finale di questo lungo e preciso lavoro? Nei prossimi mesi, dopo aver imparato attraverso i diversi laboratori la tecnica della lavorazione del mosaico urbano, il gruppo attuerà la messa in opera di un mosaico vero e proprio.
Il “Mosaiko Urbano Ceramiko” cercherà, infatti, di realizzare un vera e propria opera su un muretto in via Duca D’Aosta, luogo il quale verranno inserite tutte le tessere che concorreranno ad abbellire un angolo della città di Monfalcone. E i principianti al lavoro nella sede del Centro giovani, divenuti artisti, lo potranno ammirare e trasmettere. Lo stesso percorso intrapreso per il mosaico delle Acli che fa bella mostra di sé su una parete della chiesa di San Lorenzo a Ronchi dei Legionari.
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