Monfalcone, il divieto di velo e alcol diventa legge

Il regolamento di Polizia urbana votato da centrodestra, Alternativa e La nostra città. Astenuto M5S, contrari Pd, Mdp e La Sinistra
Bonaventura Monfalcone-04.03.2017 Consiglio comunale straordinario per le UTI-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.03.2017 Consiglio comunale straordinario per le UTI-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Procede come un bulldozer l’entrata in vigore del nuovo regolamento di Polizia urbana, approvato ieri in Consiglio in aula coi voti della maggioranza, di Alternativa (Suzana Kulier) e della lista gherghettiana La nostra città, sul punto sganciatasi dal centrosinistra. Astenuti i grillini, compattamente contrari Partito democratico e il fuoriuscito ex collega Omar Greco di Articolo 1-Mdp, assieme a La Sinistra per Monfalcone.

Si sarebbe potuto imbastire un’articolata discussione analizzando capillarmente le disposizioni contenute nel documento, tacciato di essere al «95% un copia e incolla del precedente testo» dall’opposizione, tuttavia il dibattito allargato alla materia è stato ben presto scardinato dai temi ideologici.

«Serve tempo e più integrazione»
Bonaventura Monfalcone-08.08.2013 Fine del Ramadan-Via I maggio e Via Duca d'Aosta-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura


E così gli interventi dei consiglieri si sono focalizzati soprattutto sulla questione del velo, per la prima volta esplicitata su un regolamento comunale, sul proibizionismo calato in centro col divieto h 24 di assumere alcol al di fuori del perimetro dei bar (il rischio è una sanzione amministrativa da 25 a 150 euro) e sul sovraffollamento negli appartamenti.

Centrosinistra, come si diceva, quasi tutto sulle barricate. Perché come spiega la dem Silvia Altran «per diversi dei temi affrontati, come il velo integrale, è già la legge nazionale a discettare ciò che si può o non può fare». «Quindi – osserva –, oltre a essere pleonastico, perché per esempio su alcol e sovraffollamento già la precedente amministrazione aveva individuato le condotte da punire e in quali termini, questo regolamento utilizza un lessico che non si può non etichettare come leghista». «Un regolamento, invece, deve essere serio – conclude –, come quello da noi in precedenza varato, con norme di buon senso che come si può vedere hanno un vissuto consolidato e si sono prestate al copia e incolla svolto dalla giunta Cisint. E non a un utilizzo da campagna elettorale per i prossimi due o tre anni». «Infine – conclude Altran – certi contenuti vessatori e punitivi lasciano il tempo che trovano: voglio vedere all’atto pratico come saranno svolti i controlli, se sulla base di una legge vigente o su un sentire del tempo. In ogni caso dubito che un tale messaggio serva alla comunità o migliori la qualità della vita».

Velo integrale bandito dagli uffici pubblici


Soddisfatto, invece, per come è andata la votazione Federico Razzini, capogruppo della Lega nord: «Monfalcone non è la Chicago degli anni’20, ma sicuramente c’è molto degrado, al cui risanamento si pone questo regolamento approvato: pian piano stiamo risolvendo tante situazioni, checché ne dica la sinistra, la quale sul punto ha a mio avviso assunto una posizione contradditoria affermando contemporaneamente come il regolamento fosse uguale a quello di prima e si trattasse di un atto liberticida o reazionario; ma delle due l’una. Anzi a mio avviso nessuna delle due».

«Indubbiamente – chiarisce – andrebbe fatta una normativa più stringente a livello nazionale sul burqa e certo non sta al nostro Comune sostituirsi al Parlamento, tuttavia il divieto di indossarlo nei luoghi di pertinenza o proprietà comunale è un atto simbolico e culturale importante». «Se uno – arringa – si vuole mascherare lo faccia a casa sua. Qui tutti devono avere il sacrosanto diritto di sapere chi si ha davanti. Quanti sono realmente intenzionati a integrarsi lo capiscono e si adeguano, non pretendono di imporre le proprie usanze tribali».

Velo vietato negli uffici pubblici Sotto accusa il “sindaco sceriffo”
Bonaventura Monfalcone-08.08.2013 Fine del Ramadan-Via I maggio e Via Duca d'Aosta-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura


Favorevole all’articolo 20, pure Annamaria Furfaro (La nostra città): «Il tema è stato monopolizzato da un punto di vista ideologico, quando c’è già la normativa nazionale a dirimere la materia. In ogni caso, molto bene». «Quest’approccio – sottolinea – mi è un po’spiaciuto, perché il regolamento risultava veramente articolato su molte tematiche, che si sarebbero potute sviscerare se il dibattito non si fosse arenato solo su tre argomenti». Furfaro, per esempio, ha proposto un emendamento al documento, chiedendo (visto che mancava) di aggiungere la prescrizione di impiego del collare per chi porta a passeggio cani e una maggior attenzione, nei comportamenti, a quelli di grossa taglia, affinché siano condotti da persone in grado di farlo. La modifica è stata trasversalmente recepita, con la sola astensione di Cristiana Morsolin (La Sinistra) ed Elisabetta Maccarini (M5S).

Astenuti i grillini «perché non c’erano poi così tante differenze rispetto al testo di prima: Anna ha solo gettato un po’di fumo negli occhi». «Va benissimo la lotta al degrado, anche noi siamo contro queste situazioni – osserva Maccarini –, ma allora bisogna pure iniziare a parlare di riqualificazioni architettoniche degli edifici, come sottolineato in aula dal collega Pin».

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