Monfalcone, il cuore di “Massi” non ce l’ha fatta. La Romana piange il suo mito gialloblù
MONFALCONE La speranza era appesa a quello striscione, “Forza Massi non mollare”, ma alla fine Massimo Portelli non ce l’ha fatta. L’ex giocatore della Romana, 48 anni, bandiera storica gialloblù, si è spento nella tarda mattina di sabato 23 febbraio al San Polo di Monfalcone.
Risale a venerdì sera il suo trasferimento nel nosocomio bisiaco dall’ospedale di Cattinara, Trieste, dove era stato ricoverato d’urgenza il 2 gennaio scorso. In un primo momento era sembrato che le sue condizioni potessero migliorare, invece la polmonite che l’ha colpito non gli ha dato scampo. Nelle prime ore di ieri la situazione è precipitata spezzando il filo della speranza cui i familiari, i fratelli Andrea e Mario, i compagni di squadra, gli amici e i tifosi erano rimasti a lungo appesi.
«Un colpo duro per tutta la società – così il presidente dell’Asd Romana Giampiero Pangon –. È la notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto ricevere. “Massi” lascia un vuoto profondo in tutti noi. Eravamo amici da così tanto, insieme ne abbiamo passate tante. Per più di 15 anni ininterrotti ha giocato con la stessa nostra maglia e anche adesso, che da tre anni aveva appeso gli scarpini al chiodo, era rimasto sempre vicino alla società. Passava a salutarci ogni volta che poteva, è stato presente fino all’ultimo, fino a quando si è sentito male».
In segno di lutto, i calciatori della Romana domenica 24 febbraio hanno giocato con la fascia nera al braccio nella partita contro la Fortezza di Gradisca, osservando anche un minuto di silenzio prima della disputa in casa. E sugli spalti il primo striscione ha preso il posto di un altro: "Ciao Massi, da lassù continua a tifar gialloblù". Nel frattempo, anche sulla pagina Facebook della Romana, gli amici hanno voluto dare il loro segnale di affetto.
In città, d’altronde, Massimo Portelli lo conoscevano tutti. Educato, simpatico, gioviale. Lavorava come montatore per una ditta e la conferma dell’impiego gli è arrivata quando ormai per lui era troppo tardi. Uno dei suoi polmoni era già collassato. Per questo motivo, il primo dell’anno, Massi aveva accusato dei dolori lancinanti al petto e si era precipitato all’ospedale di Monfalcone, dove le condizioni sono apparse fin da subito molto gravi.
Il giorno successivo, in considerazione del serio quadro clinico riportato, era stato trasferito a Cattinara, in Terapia intensiva. I medici hanno tentato il tutto per tutto, sottoponendolo a coma farmacologico, nel tentativo di agevolare la sua ripresa. Purtroppo non è bastato. –
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