Monfalcone, i ladri alla Cuccia trovano solo crocchette
MONFALCONE Ancora un raid ai danni di chi, tra grandi sforzi, cerca di accudire gli animali feriti o abbandonati sul territorio per restituirli a una seconda vita. A denunciarlo è Laura Grassi, presidente della Cuccia, dopo aver ricevuto la sgradevole sorpresa di trovare i container di via Sacchetti 2 manomessi. Qualcuno, nelle notti precedenti, ha cercato infatti di introdursi nei locali degli uffici e della cucina, nel probabile intento di arraffare una fantomatica cassettina del denaro - lì in realtà inesistente - e fuggir via con la refurtiva.
Gli unici beni materiali a essere custoditi negli spazi staranzanesi sono i sacchi di crocchette e il cibo in scatola per gli amici a quattro zampe. Una decina di fusti, che rivenduti sul mercato nero a 15 euro l’uno avrebbero forse fruttato 250 euro. Dunque prodotti alimentari e, naturalmente, svariati plichi di documentazione relativa all’attività svolta dalla onlus, oltre a qualche farmaco di base per arginare piccoli malori delle povere bestiole. Ed è per questo che Grassi ha fin da subito trovato singolare il raid di due notti fa.
«O veramente si trattava di ladri improvvisati, che non sono riusciti a far saltare le serrature col cacciavite, oppure queste persone sono state disturbate dall’arrivo di qualcuno - riflette la presidente della Cuccia -. La terza ipotesi è che chi ha cercato di introdursi nei due container stesse cercando qualcosa. L’altro aspetto anomalo, infatti, è che questi individui si sono diretti a colpo sicuro verso gli unici locali in cui non v’è presenza animale». L’ultimo container, intatto, ospita i gatti accuditi. «L’ho trovato strano - ancora Grassi - come se chi è giunto qui fosse perfettamente al corrente di dove andare e cosa colpire».
Di certo è esclusa l’ipotesi di una scorribanda dei soliti vandali, come spesso avviene per esempio a Ronchi dei Legionari. Chi ha varcato il perimetro della Cuccia non era armato di cattive intenzioni: gatti e cani non sono spariti e ogni oggetto è stato trovato al proprio posto. Nulla, a parte le due serrature che dovranno essere riparate, è stato distrutto o preso a calci. Né risultano attriti con eventuali vicini che potrebbero mal sopportare la convivenza con la struttura: l’area è isolata e la presenza di felini e cani non arreca alcun disturbo.
Insomma, un quadro ben diverso da quelli riscontrati a più riprese all’Oasi felina di via Bagni nuova, gestita dalle stesse volontarie, dove le recinzioni sono state deliberatamente tagliate, con danni di mille euro al colpo. «È deprimente - conclude Grassi - che si cerchi denaro là dove proprio non c’è e che si arrechi danneggiamento a una onlus che da anni, attraverso le energie di tanti volontari, si prodiga per far del bene agli animali. Nel caso si sia trattato invece di ladri, non mi capacito di come si possa ritenere di trovare in via Sacchetti del denaro quando è risaputo che l’attività si sostiene solo grazie alle donazioni di enti e persone». Sul fatto indagano i carabinieri, cui Grassi ha inoltrato una segnalazione del fatto in via telematica.
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