Monfalcone, hacker violano la mail dell’assessore Garritani
MONFALCONE Che brutto risveglio, ieri, per Antonio Garritani, vittima di un furto di password della personale casella di posta elettronica, successivamente utilizzata da ignoti al presunto fine di estorcere denaro ai suoi contatti della rubrica. L’assessore all’Istruzione è stato infatti tirato giù dal letto, ieri alle 7, da un cugino residente a Roma, Rosario, che preoccupato dal tenore di una mail poco prima ricevuta («Ho bisogno di parlare con te con urgenza. Rispondimi il prima possibile via e-mail, il mio telefono non è disponibile. Antonio») si era deciso a contattare subito l’ignaro parente, residente a Monfalcone.
Sentite le spiegazioni del cugino, l’assessore, ex colonnello dei Carabinieri, per quasi dieci anni alla guida del Reparto operativo del Comando provinciale di Trieste, ha inizialmente interpretato i fatti come una possibile azione di spam. Senza darci, lì per lì, troppo peso. Ma avvertendo ugualmente tutti i nominativi in rubrica di non aprire quella mail, poiché avrebbe potuto trattarsi di un virus o qualcosa di simile.
È stato però un paio d’ore dopo, quando gli sono giunte all’orecchio notizie circa un secondo invio di mail contenenti richieste di denaro a suo nome che l’ex militare, mollata in fretta e furia la riunione in Comune sull’urbanistica, si è rivolto immediatamente alla Polizia postale, guidando fino al commissariato di via Foscolo dove ha presentato puntuale segnalazione dei fatti alla competente autorità, che notizierà la Procura nel caso si ravvisassero ipotesi di reato.
«In 63 anni, non mi era mai accaduto prima di subire cose del genere. Ai miei occhi si potrebbe trattare di un tentativo di truffa, oltre al furto d’identità, ma sarà chi di dovere a valutare le circostanze, non spetta a me», commenta Garritani. Il problema si è verificato con l’indirizzo personale antonio.garritani@libero.it che l’esponente di Fratelli d’Italia usa anche per scopi istituzionali, avendolo trascritto sul biglietto da visita che presenta nell’esercizio delle funzioni assessorili. «L’ho inserito perché con quella casella accedo alla posta anche dal pc di casa, a differenza della mail comunale – chiarisce –: in questo modo posso lavorare dal domicilio in caso di lockdown».
Naturalmente l’assessore ha già provveduto a inoltrare la modifica di password. Ma invita chiunque abbia intercettato quel messaggio a non rispondere. «Ho ricevuto moltissimi messaggi – continua –, anche da parte di persone che non sentivo da una vita e che mi chiedevano conto dell’anomalo testo». Una delle mail sospette è arrivata pure a un indirizzo della nostra testata, ch’era nella rubrica dell’assessore. Chi abboccava alla prima mail, chiedendo delucidazioni, ne riceveva una seconda, sempre in apparenza da Garritani (ma con altro indirizzo), nella quale si riferiva che questi era bloccato in un paese straniero, in condizioni di grande difficoltà, e aveva bisogno di una somma di denaro, che avrebbe senz’altro restituito al rientro in patria. Tutto falso, ovviamente.
Non si sa se ad altre persone sia accaduto qualcosa del genere, recentemente o in passato. La polizia postale è a ogni modo il corpo specializzato che si occupa di reprimere illeciti legati all’utilizzo dei mezzi di comunicazione (internet, poste e via discorrendo) e di tutelare, più in generale, la sicurezza e la regolarità dei servizi delle telecomunicazioni. —
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