Monfalcone, Fincantieri punta sulle navi a gas naturale e rispunta il terminal in porto
MONFALCONE Monfalcone ha già sbattuto fuori della porta due progetti che avrebbero inciso non poco, dal punto di vista dello sviluppo economico, il grande impianto della Snam e recentemente il mini-rigassificatore di SmartGas dell’imprenditore Alessandro Vescovini. Ma ora il gas Lng, quasi una legge del contrappasso, rientra a Monfalcone per la finestra con le quattro navi appena ordinate a Fincantieri. Unità di nuova generazione che saranno realizzate a Panzano, le prime ad essere alimentate a Lng. Due per la Tui Cruises, che saranno consegnate tra il 2024 e 2026 e altre due, Princess, per il gruppo Carnival che usciranno dal cantiere nel 20203 e 2025.
Per ogni pieno sarà necessario qualcosa come 115-120 o più autocisterne di Gnl. E di fronte a questo per Monfalcone torna l’ipotesi di un deposito costiero di Gnl in porto, come vorrebbero le nuove regole economiche ed europee per ogni scalo.
«Come avevamo previsto con largo anticipo, ormai 6 anni fa, il gas liquido si sta affermando come unica alternativa all’inquinante gasolio, sia nel trasporto marittimo che in quello pesante su gomma. Sono diverse migliaia i camion a Gnl che quotidianamente percorrono le strade, ora si apre la produzione di Fincantieri». Non scuote nemmeno la testa Alessandro Vescovini nel commentare la notizia dei nuovi ordini di Fincantieri, l’imprenditore sembra rassegnato di fronte locale e regionale che mal tollera imprenditori innovativi e visionari. E non si consola nemmeno di fronte ai messaggi che gli stanno arrivando pieni di stupore: «Avevi ragione tu, l’avevi intutito e avevi visto giusto».
Probabilmente per Monfalcone, forse è già tardi. «In Italia sono in corso di autorizzazione ben 2 depositi costieri di Gnl - continua - uno a Venezia e l’altro a Livorno che consentiranno nuove fonti di approvvigionamento rispetto a Barcellona e Marsiglia. Monfalcone avrebbe potuto essere il primo deposito in Italia, ma il progetto è stato affossato nella procedura autorizzativa e ne sono seguiti diversi esposti in Procura». Sei anni di ostracismo, locale e politico. «Oggi tutti si rendono conto della necessità ambientale di creare infrastrutture a gas - insiste Vescovini - e che i porti vicini si dotino di depositi costieri di gas». Il gruppo Vescovini tra il 2017 e il 2018 ha investito qualcosa come 50 milioni di euro sul territorio. «Siamo l’unica realtà industriale che negli ultimi anni ha presentato un progetto di investimento per il porto di Monfalcone - conclude - e che ne ha già investiti due sullo scalo». Ora c’è una nuova amministrazione regionale e Vescovini rilancia la proposta: «Ci auguriamo che ora ci sia un interlocutore più serio - chiude - e per questo il gruppo Vescovini è disposto a riproporre un nuovo progetto di deposito costiero di Gnl, anche di dimensioni più ridotte». Un messaggio chiaro che riguarda anche l’escavo: il guppo è pronto ad affiancarsi alla Regione e fornire pure tutti i dati della campagna di caratterizzazioni e analisi costate centinaia di migliaia di euro. —
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