Monfalcone esce dall'Uti Carso Isonzo Adriatico e "affossa" la legge Panontin

MONFALCONE. L'Unione territoriale intercomunale “Carso Isonzo Adriatico” dopo la mancata adesione di Fogliano Redipuglia e l'uscita di Grado (che chiede di andare con Aquileia) perde anche Monfalcone. E a questo punto rischia l'implosione.
Il colpo di grazia è stato inflitto dal sindaco Anna Cisint e dalla maggioranza di centrodestra, che in un Consiglio comunale "urgente" hanno sancito l'uscita dall'Uti (assieme al centrodestra anche i voti del Movimento 5 Stelle, uscito dall'aula il centrosinistra). Il sindaco di Monfalcone con questo atto vuole «difendere una città che è stata maltrattata sotto diversi punti di vista». E la legge Panontin sulle Uti, stando a Cisint e soci, è una di queste. Ma la presenza sabato 4 marzo a Monfalcone di altri sindaci “ribelli” del Friuli Venezia Giulia apre una contesa anche di tipo politico, oltre che territoriale, tanto da scatenare le reazioni dei due "blocchi".
Se il deputato leghista Massimiliano Fedriga parla di "Davide che sconfigge Golia", in un accostamento fra Monfalcone e la Regione, dall'altra l'assessore Paolo Panontin bolla l'atto di Cisint come "una strumentalizzazione a danno dei cittadini".
Pronta la replica della stessa Cisint, con il tweet qui sotto.
Un braccio di ferro che il capogruppo dem in Consiglio regionale, Diego Moretti, accosta alle prossime elezioni amministrative fino alle regionali, mentre l'ex governatore Renzo Tondo plaude alla scelta. La battaglia è appena iniziata.
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