Monfalcone dà l'addio al sindacalista Bagolin, una vita spesa all’ufficio vertenze

Aveva 69 anni e da tempo era malato. Alla Fiat e poi anche bracciante Il segretario Casotto: «Renato per noi è stato una colonna portante» 
Il sindacalista Renato Bagolin
Il sindacalista Renato Bagolin

MONFALCONE Dopo una lunga malattia, e un breve periodo di speranza, è venuto a mancare lunedì, a 69 anni, Renato Bagolin, pensionato e già dirigente della Cgil isontina. «Renato è stato una colonna portante del sindacato nella nostra provincia», sottolinea il segretario della Cgil isontina, Thomas Casotto. Veneto di origine, da giovanissimo aveva provato sulle proprie spalle l’emigrazione interna nell’Italia degli anni Sessanta, quando, alla ricerca di una vita migliore, si trasferì in Piemonte, dove la Fiat e il suo indotto davano speranza a migliaia di persone. «Esaurita quell’esperienza, Bagolin si ritrovò bracciante agricolo nel nostro territorio – ricorda Casotto –. E da lì iniziò una battaglia di emancipazione che portò al primo contratto provinciale dei lavoratori agricoltori, risultato per il quale fu chiamato a fare il segretario di quella categoria per molti anni».

In seguito, grazie alle competenze acquisite sul campo, condusse l’Ufficio vertenze della Cgil isontina, compito eseguito con professionalità, scrupolo, ma soprattutto umanità, in una realtà come quella monfalconese che stava cambiando rapidamente, fino al suo pensionamento. In quiescenza da volontario aveva assunto l’incarico di responsabile del Sindacato degli inquilini (Sunia), esperienza interrotta a causa della malattia che lo aveva colpito.

«Di Renato ricordiamo la caparbietà, l’insofferenza verso le ingiustizie e i soprusi – aggiunge Casotto –, che cercava di combattere quotidianamente, ma anche la sua grande disponibilità che lo vedeva spesso ultimo a chiudere la sede alla sera, l’empatia che gli ha consentito di far crescere molti giovani alle prime esperienze nel sindacato e, anche, la sua grande ironia, con la quale sapeva sdrammatizzare i momenti più difficili».

Bagolin lascia anche, come conclude il segretario della Cgil isontina, «una splendida famiglia alla quale ha trasmesso i valori e principi del sindacato che aveva fatto suoi e alla quale la Cgil tutta si stringe attorno in questo difficile momento».

Abbracciano la moglie Nives e il figlio Alex anche il direttivo, atleti e soci del Team Isonzo ciclistica Pieris, di cui Bagolin faceva parte, trasmettendo la sua enorme passione per il ciclismo soprattutto ai più giovani. Nella frazione di San Canzian d’Isonzo Bagolin anche abitava. «Persona che si è sempre distinta, su tutti i fronti, all’interno del movimento ciclistico regionale e in particolar modo nella provincia di Gorizia, per la sua disponibilità e capacità», così il Comitato regionale della Federazione ciclistica italiana. —

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