Monfalcone, da febbraio stop al transito degli autotreni carichi di bramme

Si stanno esaurendo le autorizzazioni valide sei mesi dopo la decisione del Comune di non consentire il passaggio
Bonaventura Monfalcone-01.03.2013 Incidente Bramme-Via Grado-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.03.2013 Incidente Bramme-Via Grado-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Si sono ridotti dai 225 di inizio anno agli attuali 92 gli automezzi autorizzati al trasporto delle bramme lungo la viabilità urbana di Monfalcone. È questo l’esito dell’azione intrapresa a partire dal 20 agosto, quando il Comune, forte del parere dell’avvocato Teresa Billiani e della perizia tecnica effettuata dal docente dell’Università di Pisa Massimo Losa, ha iniziato a non rinnovare i nullaosta (validi sei mesi) al transito dei trasporti eccezionali di bramme lungo le strade di propria competenza. Nessun conducente ha finora tentato di forzare il “blocco”, circolando senza autorizzazione, stando ai controlli effettuati dalla Polizia locale nel corso degli ultimi tre mesi. I conducenti rischiano del resto per transiti non autorizzati 900 euro di sanzione, 15 giorni di sospensione della patente e, soprattutto, 3 mesi di fermo del mezzo.

«Nessuna impresa ha inoltre impugnato i dinieghi, da quello che ci risulta – sottolinea il sindaco Anna Cisint –, anche perché le alternative esistono, come ho spiegato anche ai rappresentanti nazionali della categoria dell’autotrasporto che con noi non hanno mancato di protestare: si può caricare un solo semilavorato d’acciaio e circolare in autostrada o utilizzare il trasporto via mare o via rotaia».

L’amministrazione comunale si attende che le autorizzazioni in essere, che al 20 agosto erano 143, possano esaurirsi entro la fine gennaio o, comunque, all’inizio del prossimo anno. Da febbraio dunque più nessun camion di bramma passerà per Monfalcone. «Noi continueremo a effettuare controlli a campione – assicura il comandante della Polizia locale, Rudi Bagatto – sul rispetto delle autorizzazioni e degli orari in cui i mezzi possono circolare, alla mattina non prima delle 8.30 e non dopo le 12.30, per non interferire con le entrate e uscite da scuola» .

Il comandante rileva come, comunque, nessuna sanzione sia stata comminata per questi due motivi, mentre sono state in totale un centinaio le multe staccate dall’inizio del 2018 a carico di conducenti di mezzi che trasportavano bramme, ma per il mancato rispetto dei tempi di riposo o dei limiti di velocità. Non è mai scattato il fermo del mezzo.

«Non vogliamo bloccare l’economia di questa città e dei centri collegati – ribadisce il sindaco –, ma esistono le alternative e vanno utilizzate, perché il costo che Monfalcone sta pagando al transito di questo traffico è troppo elevato» .

Stando allo studio realizzato dall’ingegner Massimo Losa, professore ordinario in materia di Costruzione di strade ferrovie e aeroporti del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, il trasporto di bramme ad agosto ancora incideva per il 24, 6% dell’intero traffico commerciale lungo l’asse urbano della Strada regionale 14-Strada provinciale 19, accorciando la vita delle pavimentazioni del 39%. Il traffico inoltre ha finora richiesto all’ente locale il 61% dell’investimento annuale delle manutenzioni stradali con una spesa di 2, 2 milioni di euro in quattro anni. I mezzi che trasportano le bramme provocano inoltre un incremento delle emissioni inquinanti dell’8, 75% lungo la Sr 14-Sp 19 e del 21% in via Timavo.

Senza contare l’inquinamento acustico, l’aumento del rischio di incidenti, le vibrazioni, tutti aspetti analizzati nello studio. —




 

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