Monfalcone, cumuli di rifiuti sul Carso e siringhe gettate fra le rocce
MONFALCONE Sempre più frequentato in tempi di lockdown e restrizioni agli spostamenti, il Carso monfalconese, in alcune aree facilmente raggiungibili dal centro, non lo è in modo rispettoso dell’ambiente. Le segnalazioni di “micro discariche” da parte di escursionisti occasionali e non si sono moltiplicate in questi ultimi mesi, portando anche al rinvenimento, nella zona immediatamente sopra via Volta, oltre la linea ferroviaria e a ridosso di strutture di sollevamento dell’acquedotto, di numerose siringhe. Pure lungo i gradoni di ingresso alla Galleria rifugio, zona spesso imbrattata da lattine e bottiglie, ne era del resto stata trovata una pochi mesi fa.
La pulizia straordinaria delle alture che guardano le spalle della città promossa dal Comune di Monfalcone con la collaborazione della squadra locale di Protezione civile e di Isontina Ambiente oggi 28 febbraio non ha prodotto rifiuti pericolosi di questo genere, ma oltre una ventina di sacchi di plastica e non riciclabile sì. Oltre ai resti di un ciclomotore, di una panchina in plastica, di un computer e di guaine in plastica private del loro prezioso cuore in rame. La ventina di persone che ha aderito all’iniziativa, tra i quali alcuni volontari dell’Associazione ambientalista Rosmann e del North East Bike Center, si è divisa in piccoli gruppi, concentrando la propria attenzione lungo la linea ferroviaria, tra il parcheggio ai piedi della Rocca e la zona di salita Mocenigo, e nell’area che invece dal piazzale si stende verso la Gradiscata, sopra via Volta.
Poco dopo aver imboccato il sentiero a sinistra, a ridosso del nuovo ingresso alla Galleria rifugio antiaereo, i volontari, guidati da chi frequenta in modo più assiduo il Carso e cerca di ripulirlo, per quanto possibile, a ogni camminata, hanno individuato a poca distanza dal parcheggio delle micro discariche sia a monte sia a valle del percorso. In una delle trincee che solcano l’altura sono stati rinvenuti i resti di una griglia e degli attrezzi per il barbecue, ma anche lattine e bottiglie di vetro, mentre poco a valle, in mezzo a un cespuglio di sommaco, ora privo di foglie, ci si è dovuti infilare per eliminare altre lattine, bottiglie di birra, borse e confezioni di snack. I volontari, che hanno cercato per quanto possibile di raccogliere i resti delle bottiglie di vetro rotte, nella stessa area hanno raccolto anche una coperta.
Se un’altra struttura difensiva della Grande Guerra ha restituito i resti di un computer, un “belvedere” pietroso, più avanti, ha regalato i resti di una panchina di plastica e ancora quelli di un picnic e di una festa di compleanno. «Purtroppo tanti piatti e bicchieri di plastica, ma anche borse e altri involucri in plastica sono talmente degradati che si sbriciolano, tramutandosi in microplastiche disperse nell’ambiente», dice l’assessore alla Vivibilità Massimo Asquini che, da frequentatore del Carso in mountain bike si è accorto di persona del crescente fenomeno di abbandono di rifiuti in alcuni punti più vicini al centro e ha voluto quindi promuovere l’azione di pulizia. Un’iniziativa che dovrebbe ripetersi a marzo, dopo che ieri ha fornito l’opportunità, vista la presenza della Protezione civile con un mezzo fuoristrada, di recuperare anche i resti di un ciclomotore gettato poco distante dal sentiero che porta alla Gradiscata. —
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