Monfalcone, Coop alla Marcelliana: 600 firme contro
MONFALCONE Ci sono giorni che sembrano non passare mai. Specialmente quando si attende una risposta. Così, mentre Alleanza 3.0 prende tempo, ancora non scioglie le riserve sul baratto di terreni proposto dall’amministrazione, a fare leva sulle decisioni piove sul tavolo una petizione popolare corredata da ben 600 firme per scongiurare il nuovo insediamento davanti al santuario della Marcelliana.
Una sottoscrizione facile facile se si pensa che il corposo numero di adesioni - una trentina di fogli - è stato raccolto dall’Associazione per Panzano in appena una settimana. Sintomatica, insomma, degli umori del rione. Che di un nuovo supermercato, a ridosso di un altro esistente al polo acquisti de La Vela, pare non volerne sapere.
Ieri mattina Franco Visintin, in rappresentanza del sodalizio, si è recato in municipio a depositare le sottoscrizioni, consegnandole in mano al sindaco Anna Cisint. «Un risultato superiore a quello immaginabile - ha commentato -: davvero tante persone hanno voluto firmare e si sono dette favorevoli all’ipotesi di una permuta di terreni, anche perché nell’area di via Gramsci ci sono diversi condomini e casette».
«La soluzione tra via Grado e la Marcelliana, invece, a noi pare impraticabile - ha concluso Visintin -: la viabilità potrebbe risultare pericolosa, si cementificherebbe ancora il rione operaio e in ogni caso non ci sembra opportuno piazzare un altro supermercato proprio davanti alla chiesa».
Il fatto che la scorsa settimana, per qualche giorno, il cantiere delle Coop, già avviato, si fosse bloccato ha fatto sperare i residenti che Alleanza 3.0 potesse seriamente soppesare la proposta dell’ente locale. Poi però si sono avvistati nuovamente operai al lavoro, sicché si è passati dalla speranza alla delusione.
In realtà, interpellate, le coop hanno spiegato che questo aspetto non è significativo, in quanto si tratta di interventi già calendarizzati e, soprattutto, contrattualizzati.
Tradotto: dovevano essere giocoforza eseguiti. In ogni caso l’azienda si riserva ancora qualche giorno per maturare la propria scelta. E in settimana la renderà nota al Comune. Sulla riflessione, a quanto è parso di capire, potrebbe pesare anche quest’ultima circostanza, fino a ieri ignota, della raccolta firme.
Per il sindaco le adesioni all’iniziativa del locale comitato rappresentano «un plebiscito» e così vi ha aderito, in quanto le nuove coop in quel punto arrecherebbero «notevoli difficoltà di carattere viario» e «rappresenterebbero uno sfregio dal punto di vista urbanistico».
Va precisato comunque che le coop legittimamente procedono alla costruzione essendo in possesso di tutte le regolari autorizzazioni.
L’esecutivo nei giorni scorsi aveva avanzato la possibilità di una permuta con un altro spazio di superficie anche superiore e di proprietà comunale, non distante dall’asilo “Scarabocchio” e dalla casa di riposo. Così, alla luce «dei diversi fattori negativi e della contrarietà della comunità di Panzano», Cisint si aspetta «una risposta positiva della società cooperativa».
Intanto il vicesindaco Giuseppe Nicoli, in giunta, ha portato la proposta presentata da un’azienda veneta che si era fatta avanti alcune settimane fa prospettando interesse per la zona C, di espansione residenziale, a San Polo.
«La destinazione prevede, in caso di cantierazione, pure una parte commerciale - ha chiarito -, ma questi imprenditori ci hanno invece chiesto un cambio per realizzare solo immobili destinati alla distribuzione di prodotti. Cosa che fin dall’inizio mi ha visto critico».
Quindi l’esecutivo ha infine votato all’unanimità contro questa eventualità. «Tanto più - ha concluso - che anche i colossi, come le coop, stanno facendo di questi tempi passi indietro a favore di attività sempre più di prossimità». Tra oggi e domani la giunta approverà un atto di indirizzo per predisporre una variante al Piano regolatore in corso che elimina le zone H2 destinate a edificazione commerciale.
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