Monfalcone, condannato da un grave male, si sposa poco prima di morire
TRIESTE Il suo ultimo desiderio era quello di sposarsi. Di unirsi religiosamente insieme alla sua amata Valentina Valenti, avvocata di Monfalcone che da dieci anni l’accompagnava nella vita professionale e in quella privata. E così l’altro ieri ha esaudito il suo sogno nell’ospedale San Polo di Monfalcone, dove era stato ricoverato dopo che il male s’era fatto feroce. Una cerimonia riservata, celebrata insieme a pochi intimi dal parroco di San Giuseppe don Paolo Zuttion. Il matrimonio è durato poche ore. Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo il rito religioso, l’avvocato Massimo Bergamasco di Monfalcone è spirato all’età di 55 anni lasciando un vuoto incolmabile in tutta la comunità.
Era un professionista molto conosciuto. Una popolarità ottenuta soprattutto dal 2003, quando aveva cominciato a occuparsi di uno dei delitti più efferati che il Monfalconese ricorda. Quell’anno l’avvocato Bergamasco aveva assunto la difesa dell’imprenditore catanese Salvatore Allia, ritenuto colpevole di aver ucciso, con un colpo alla testa sparato a bruciapelo, Paolo Grubissa, il pierre monfalconese di cui a lungo non si trovò il cadavere. Il complicato caso giudiziario che Bergamasco si era accollato ha accresciuto la stima da parte dei colleghi. Dal 2016 il legale ha rivestito l’incarico di consigliere della Camera penale di Gorizia di cui, a febbraio di quest’anno, era diventato vicepresidente.
E ieri, appresa la notizia, le prime parole di cordoglio sono fioccate spontanee proprio dall’associazione che riunisce i penalisti della provincia. «La Camera penale “Roberto Maniacco” piange la prematura scomparsa del nostro consigliere» recita una nota ufficiale. A farsi portavoce il presidente dell’associazione stessa, Paolo Marchiori: «In questi tre anni, che peraltro coincidono solo in parte con la lotta che ha combattuto contro la malattia, Massimo si è fatto conoscere come uomo oltreché come preparato e sempre aggiornato collega. Il suo contributo è stato notevole nel lavoro portato avanti dall’associazione, ma ancor più notevole è stato l’insegnamento che ci ha lasciato: vederlo affrontare la malattia sempre con un approccio positivo, vederlo sorridere comunque, vedere sempre nei suoi occhi l’incredibile forza, senza comunque mai perdere la lucidità nel guardare al futuro che si faceva incerto». Un collega da prendere da esempio. Marchiori sottolinea ancora «la speranza come primo elemento del suo vivere e pure una grande consapevolezza della subdola forza del male contro cui combatteva ogni giorno. Fino all’ultimo è stato per me, e credo per chiunque ha avuto la fortuna di condividere con lui momenti della sua vita, un uomo da imitare per la dignità con cui ha affrontato la prova più difficile della sua breve esistenza».
Il pensiero dei colleghi si stringe nel dolore di Valentina Valenti, cui spetta di ricordare il lato personale del marito e il suo impegno sociale. «Uomo di cultura, appassionato di latino, che ancora traduceva, mi portava nelle chiese, amava l’arte, era un profondo conoscitore di Caravaggio. Era socievole e aveva tanti amici». Molte le associazioni in cui Bergamasco era attivo: fra queste, il Centro Studi Biasiachi, l’Associazione per Panzano e il Baillage Collio e Laguna di cui era stato co-fondatore. «Massimo era nobile d’animo, dotato di una grinta che ha dimostrato fino alla fine anche attraverso il percorso di rafforzamento della fede che abbiamo intrapreso insieme. Per questo motivo, dopo il matrimonio civile celebrato a maggio, ci siamo convinti a sposarci anche davanti a Dio».
I funerali saranno celebrati oggi: alle 9.30 nella cappella del San Polo e alle 12.30 nella chiesa di San Giuseppe da cui partirà il corteo funebre fino al cimitero di Monfalcone. —
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