Monfalcone, canale di accesso al porto sei ditte in gara per l’escavo
MONFALCONE Almeno sei le ditte in lizza per aggiudicarsi l’escavo del canale di accesso del Porto di Monfalcone. Queste le poche e uniche indiscrezioni giunte dalla Regione che lo scorso giugno ha pubblicato il bando di gara per il dragaggio. Un’opera davvero imponente, bisogna asportare almeno 900 mila metri cubi di fango per far raggiungere al fondale una profondità di almeno 12 metri e mezzo. Ed è imponente anche il quadro economico che raggiunge addirittura i 18 milioni di euro con un costo effettivo dei lavori di quasi 15 milioni.
A giugno la direzione centrale Infrastrutture sotto il comando dell’assessore regionale Graziano Pizzimenti ha ultimato il progetto esecutivo dell’escavo e ha provveduto alla pubblicazione del bando di gara, una procedura aperta con Pubblicazione in Gazzetta Europea. L’ auspicio ora è che i temi siano rapidi per la selezione dell’azienda migliore e l’avvio dei cantieri che lo stesso Comune di Monfalcone spera si possano aprire già tra settembre e ottobre.
Ci sono 21 mesi di tempo utile per ultimare tutti i lavori e viene compreso anche un «congruo periodo di interruzione dell’attività del cantiere se ci sono condizioni climatiche sfavorevoli». I fanghi del dragaggio saranno messi a dimora nell’attuale cassa di colmata, nell’area accanto a quella del Sic dopo alcune opere di rifianco, innalzamento e impermeabilizzazione degli argini di contenimento. Ma anche altri lavori di preparazione del piano di posa, realizzazione del sistema di drenaggio delle acque di consolidamento e del sistema di allontanamento delle acque in eccesso.
In realtà l’area della cassa di colmata, in attesa del progetto esecutivo, era stata già preparata con lavori che sono partiti nel 2018. C’è stato un disboscamento e un decespugliamento della zona che sono stati effettuati nei periodi migliori per la tutela della fauna nell’adiacente Sic, come prevedono le prescrizioni ambientali proteggendo tutte le aree di cova. Sono state prosciugate anche alcune aree depresse interne della cassa, funzionali per accedere alla cassa e per far entrare gli operatori e i mezzi di lavoro. Sono stati condotti anche sondaggi, carotaggi, analisi dei terreni e sono stati fatti dei rilievi. Ma soprattutto, una questione nodale per tutta l’area del porto di Monfalcone, è stata fatta una verifica del rischio bellico con diverse analisi e prove per vedere se ci sono ordigni.
Ma si tratta anche di un intervento che prevede «le migliori tecnologie per garantire la precisione del dragaggio oltre che le opportune misure di monitoraggio» ha assicurato la stessa direzione infrastrutture e per quanto riguarda i «criteri di aggiudicazione» della gara l’intenzione è quella di premiare gli aspetti qualitativi rispetto a quelli economici dando un’importanza maggiore ai primi (pari all’85% del punteggio). I lavori avverranno «in piena compatibilità con le attività del porto», ha fatto sapere la Regione che garantirà la funzionalità e la sicurezza della navigazione, la compatibilità ambientale degli interventi oltre che il mantenimento delle attività presenti nel territorio durante i lavori.
A questo ci penserà un apposito piano di monitoraggio che analizzerà tutte le situazioni di rischio. Dal controllo degli effetti delle attività relativi alla componente atmosfera, componente rumore, ambiente idrico (solidi sospesi, acque di scarico), impianti di miticoltura, delle fanerogame, della fauna, gestione delle terre. L’impresa che vincerà dovrà avere la massima flessibilità per l’interazione con il traffico marittimo, i mezzi utilizzati dovranno garantire adeguati livelli di precisione del dragaggio, e, ultima curiosità di rilievo è che il processo di riempimento della cassa di colmata dovrà essere tale da «minimizzarne la quota garantendo una uniforme distribuzione» dei fanghi. Nessuna collina in cassa di colmata. E attenzione pure all’area Sic: con misure di compensazione e riduzione delle emissioni acustiche per non disturbare l’avifauna. –
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