Monfalcone, appalti Fincantieri: le paure del territorio

Preoccupazione di Altran e Panariti dopo il monito della Commissione antimafia sulle infiltrazioni criminali
L'area della Fincantieri a Monfalcone
L'area della Fincantieri a Monfalcone

MONFALCONE L’allerta, come una stilettata al cuore, arriva dalla Commissione parlamentare Antimafia e conduce a un problema che sembra ormai attecchire anche a Nordest del Paese, quello delle infiltrazioni criminali. Si alzano quindi le “antenne” di Silvia Altran, sindaco di Monfalcone, «preoccupata per ciò che sta accadendo in Italia e in particolare in alcune regioni settentrionali, vedi il caso-Expo che ci ha fatto trasalire tutti». Perché la «mafia non ha diritto di cittadinanza nel mio Comune». E che l’economia del Nordest possa finire nelle mani dei clan malavitosi va scongiurato in ogni modo e mezzo possibile, «da qualunque livello di polizia».

Intanto Rosy Bindi parla di «segnali di presenza inquietanti» e di «attenzione che deve essere alta» in Regione per impedire che anche qui si verifichi ciò che è già avvenuto altrove. Bisogna vigilare in particolare «su comportamenti-spia di presenza di criminalità organizzata», come appalti e subappalti, in cui sono occupati «dipendenti regolari o irregolari di ditte affidatarie che nascono anche fuori dalla tracciabilità e che spesso fanno registrare lavoro sottopagato ed evasione previdenziale». E nel mirino del presidente dell’Antimafia, finisce anche Fincantieri, dove «sono emerse delle criticità che richiedono un’interlocuzione, quanto meno per invitare l’azienda a siglare un nuovo protocollo di legalità».

Appalti, Bindi richiama Fincantieri: "Serve un nuovo protocollo di legalità"
Il vertice in prefettura della Commissione parlamentare antimafia (foto Lasorte)

Sul tasto delle sinergie interistituzionali preme anche l’assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti: «Trovo molto positivo che vi sia attenzione su questi temi. Si tratta ora di affrontare la situazione con Fincantieri per migliorare le condizioni degli operai occupati e fare in modo che la legalità sia rispettata dentro lo stabilimento».

«Sul tavolo - prosegue - c’è la discussione di un protocollo che è già stato firmato altrove, per esempio Mestre e Marghera. Ma io credo che solo assieme, ovvero con Fincantieri, Comune, parti sociali e Regione si possa addivenire a una soluzione: è necessario trovare un punto di accordo dal quale partire per lavorare in termini di responsabilità sociale di impresa».

Bindi afferma però anche che «Fincantieri deve consentire l’accesso per i controlli». «Ma lo stabilimento è enorme - osserva Panariti - nel momento in cui uno entra e arriva nell’area presso cui è impiegato l’appalto o subappalto ce ne vuole. Io intendo dire che il controllo è un elemento importante, ma se manca un coinvolgimento globale sul punto i risultati che si ottengono non sono quelli che si desiderano». «Bisogna - conclude - che tutti i soggetti siano in grado di ragionare assieme. Personalmente ho visto aperture in tal senso, ma c’è ancora tanta strada da fare».

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Una pattuglia dei carabinieri durante l’operazione anti-caporalato nei cantieri di Monfalcone

Per il sindaco Altran, che si dice «sempre a favore di controlli e verifiche», «non è ammissibile che il concetto di mafia diventi accettabile». «Per come ho inteso, comunque, Bindi nel suo intervento non si è riferita specificatamente alla realtà monfalconese - prosegue -, ma ha parlato di Fincantieri in senso ampio, industria che ha numerosi stabilimenti in Italia. Per quanto riguarda la mia città, invece, io ritengo sia interesse dall’azienda che non vi siano sospetti di alcun tipo».

L’accesso ai controlli in fabbrica? «Ma è previsto dalle norme - obietta Altran -: non esiste impedimento che vieti alle forze di polizia di eseguire i loro accertamenti in qualsiasi stabilimento». Quanto, più in generale, al rischio-infiltrazioni, per il sindaco «lo Stato non può tollerarle» e ogni istituzione deve svolgere i propri compiti, a «ogni livello di polizia», perché «la mafia è una piaga difficile da estirpare nel nostro Paese», ma ogni strada «va perseguita per annientarla».

Sulla questione appalti&subappalti, invece, Altran rileva che questi ultimi «vanno gestiti con molta cura da parte dell’azienda». «Per quanto ci riguarda - ancora la prima cittadina - a più riprese abbiamo sottolineato come il turnover continuo provochi la mancanza di stabilità e prospettive di carattere duraturo nel personale». «Io non so - aggiunge - se vi sia connessione diretta tra il sistema degli appalti e la mafia. Ma spetta a chi di dovere chiarirlo».

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Bonaventura Monfalcone-11.03.2014 Operazione caporalato Fincantieri-Carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

In conclusione il sindaco è comunque persuaso che anche da parte della magistratura vi sia attenzione sul territorio e «assicurazioni ho avuto inoltre da Prefettura e Questura in tal senso»; dalla lettura dei documenti della commissione parlamentare «l’ente locale cercherà di capire come e in che misura può lavorare per evitare che non solo le infiltrazioni, ma anche le mentalità, mafiose entrino nel nostro territorio».

Per il capogruppo regionale del Pd, Diego Moretti, «ognuno è chiamato a fare la sua parte: Fincantieri deve recuperare il rapporto con la città che ha perduto dietro alle commesse, così determinando situazioni di carattere sociale che ora stanno emergendo con forza sul territorio; le istituzioni statali devono lavorare su controllo e sicurezza; gli enti locali aggiornare il protocollo di legalità a suo tempo firmato da Pizzolitto e avere un rapporto con l’azienda che va al di là del varo celebrativo; mentre i sindacati devono esercitare la vigilanza da quell’osservatorio privilegiato interno di cui godono».

«Fincantieri - termina - non può non farsi carico dei costi sociali che provoca sul territorio». Concorde Giulio Lauri, consigliere regionale Sel: «La Commissione Antimafia ha dato autorevole conferma sulla possibilità concreta delle organizzazioni criminali di infiltrarsi negli appalti. A questo punto sarebbe molto importante che Fincantieri sottoscrivesse un protocollo sulla legalità con gli organismi competenti: dopo anni di crisi in questo momento l’azienda ha diverse commesse e maggiore tranquillità rispetto al passato e dunque ci sono tutte le condizioni per andare fino in fondo».

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