Monfalcone, alla Eaton 140 lavoratori in esubero

Si inasprisce la crisi, Ipotesi d'intesa azienda-sindacati per un anno di cassa integrazione straordinaria. Poi lo spettro della mobilità

Altran Mf-manifestazioni varie Eaton Foto Maurizio Altran
Altran Mf-manifestazioni varie Eaton Foto Maurizio Altran

MONFALCONE. Ci sarà lavoro soltanto per 90-100 dipendenti su 240 alla Eaton di Monfalcone. Sono passati poco più di due anni dall'ultima "sfrondata" di lavoratori, erano in 340. Ora Sono 100 in meno e «a causa della crisi del settore auto» che fa segnare una contrazione del mercato del 30%, a farne le spese saranno altri 140 lavoratori. Un'agonia lenta e inesorabile di uno stabilimento che realizza valvole per automotive, che fa parte di un gruppo americano, la Eaton Corporation di Cleveland nell'Ohio, che ha già chiuso qualche anno fa il sito produttivo di Massa che aveva 300 lavoratori e che ora, secondo osservatori bene informati, farebbe di tutto per andarsene dall'Italia.

Fino a poco tempo fa circolavano indiscrezioni pure su un fantomatico "piano di chiusura" degli stabilimenti italiani e girava pure la leggenda che circolasse in Internet il curriculum del direttore dello stabilimento a disposizione di qualche cacciatore di teste. Monfalcone ha resistito mantenendo aperto lo stabilimento grazie alla rabbia e la determinazione dei lavoratori e dei sindacati, ora arriva il secondo colpo ed è sempre più dura. Lo si è visto anche dalla durata e dalla durezza del vertice di martedì tra Fim, Fiom, Uilm ed Rsu con i vertici aziendali (il direttore dello stabilimento e quello del personale) all'Assindustria di Gorizia.

La riunione iniziata al pomeriggio con tanto di presidio dei lavoratori e con la tensione alle stelle, si è conclusa soltanto dopo le 22. Si è arrivati a un accordo verbale, forse si scongiurano 140 esuberi. Ma ci sarà ancora tanta cassintegrazione, stavolta straordinaria per ristrutturazione, quella a un passo dalla mobilità, che durerà un anno. Il destino poi lo deciderà il mercato. La sigla dell'accordo, se ci sarà, verrà posta soltanto il 21 marzo durante un nuovo vertice all'Assindustria tra sindacati e azienda. Di fronte alla crisi l'azienda parlerebbe volentieri di tagli ed esuberi, i sindacati hanno spuntato la cassintegrazione straordinaria, ma si dovrà ancora fare la lotta per avere la rotazione e per "spartire" il peso su tutti. Lo hanno spiegato ieri durante le assemblee i sindacati ai lavoratori.

La cassintegrazione straordinaria partirà dopo il 14 aprile(data in cui termina quella ordinaria in deroga) e durerà per un anno, il tempo scelto dall'azienda per la ristrutturazione. In questo periodo le commesse sono scese per la crisi e permettono una produzione di 450 mila valvole al mese contro una potenzialità di 1 milione e 200 mila. La Eaton quest'estate inoltre prevede di portar via alcuni macchinari, quelli obsoleti, i dirigenti hanno annunciato che ci saranno 4 presse con 3 linee dedicate, ma i sindacati hanno chiesto che le presse diventino 5 per aumentare le possibilità di lavoro. Ma c'è chi teme anche lo spettro di un blitz estivo per chiudere tutto.

E anche se l'azienda ufficialmente, attraverso un portavoce si affretta a dire che «Monfalcone non sarà chiuso, non c'è alcuna ritirata dall'Italia e c'è solo necessità di una ristrutturazione per la grave crisi economica nel settore» altri osservatori insistono su una lenta ritirata della multinazionale che probabilmente a Cleveland non sa nemmeno dell'esistenza di Monfalcone che non compare nemmeno sul sito internet. Chiusa Massa, con i suoi 300 lavoratori a casa, restano al lavoro ancora circa 850 dipendenti del gruppo: 240 nello stabilimento a Monfalcone, 300 circa a Bosconero nel Torinese, 120 a Rivarolo e circa 100 nel "quartier generale" italiano a Torino. Ma sono tutti a rischio: secondo informazioni infatti (non c'è un bilancio ufficiale con dati di fatturato) in Italia le cose vanno male, anzi qualcuno parla di vero "disastro". ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo