Monfalcone, A2A potrà bruciare i rifiuti di Napoli
MONFALCONE. Gli impianti del Norditalia gestiti da A2a potrebbero essere presto chiamati ad accogliere, per smaltirli, i rifiuti della Campania. La notizia è emersa a seguito dell’approvazione di un ordine del giorno, presentato dal deputato del Partito democratico Alessandro Bratti e passato alla Camera lo scorso 26 luglio con 270 sì e 268 no. Un atto che impegna il governo «a proporre, con la massima urgenza, ogni iniziativa normativa urgente che consenta il trasporto e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani dalla Campania a tutte le regioni italiane». Il testo, inoltre, impone di «verificare se gli accordi tra la società A2a e la sua controllata Partenope Ambiente possono consentire lo smaltimento di una parte dei rifiuti urbani campani, oltre che quelli speciali, nell’inceneritore di Brescia o in altri impianti del nord gestiti da A2a».
E di accertare infine «quali altri impianti di smaltimento del Norditalia possano ospitare e assorbire parte delle giacenze della Provincia di Napoli, nel rispetto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regione e a tutela della salute dei cittadini». Dunque, sulla base del testo formulato dall’onorevole Bratti, la richiesta di aiuto, per la risoluzione del problema “monnezza”, potrebbe in astratto estendersi anche Monfalcone, dove appunto insiste un impianto termoelettrico di A2a. Nel concreto, e soprattutto allo stato attuale dei fatti, il pericolo tuttavia non si pone: la centrale non risulta in possesso né dei dispositivi tecnici né delle autorizzazioni per avviare tale ciclo. Aspetti, questi ultimi, il cui perfezionamento potrebbe richiedere come minimo mesi, se non addirittura un anno. Insomma, cittadini ed enti locali possono tirare un sospiro di sollievo: gli impianti di Monfalcone, come sottolinea anche il direttore dello stabilimento, ingegner Luigi Manzo, non rientrano in questo ordine di ragionamento. «Non è una cosa al momento tecnicamente possibile - afferma -: non vi sono neppure le autorizzazioni. A2a ha diversi siti di smaltimento idonei, in altre Regioni, penso per esempio a quello di Brescia, ma Monfalcone non rientra tra questi».
E se il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, cassa l’odg di Bratto, definendolo una “stupidaggine”, il sindaco di Monfalcone Silvia Altran si dimostra cautamente ottimista: «Avevo ricevuto notizie su quel testo in Parlamento, che comunque è un ordine del giorno e come tale va preso, tuttavia non mi risulta che il nostro impianto sia inserito nella rosa di centrali eventualmente deputate allo scopo». «Come sindaco, notizie di questo tipo ingenerano sempre preoccupazione - prosegue - anche se la questione dell’eventuale trasporto di rifiuti da una Regione all’altra è in capo al presidente regionale Renzo Tondo e dunque mi auguro che mantenga, come mi risulta ha fatto, il suo parere negativo. Per quanto riguarda il nostro Comune, i cittadini possono stare tranquilli: la nostra centrale non è in grado di sopperire a tali richieste». Scatenato il presidente Gherghetta: «Se qualcuno pensa di poter portare nella Provincia di Gorizia i rifiuti della Campania, se lo può pure scordare. Sono sempre stato contrario e l’ho messo anche nel mio programma elettorale. E non mi importa chi ha fatto quell’ordine del giorno: è una stupidaggine».
«È vero che la centrale ha un’autorizzazione Aia e dunque sarebbe tenuta a chiedere permessi solo al Ministero dell’Ambiente e non a noi - continua - tuttavia mi risulta che, allo stato attuale dei fatti, non abbia impianti né certificazioni in grado di bruciare i rifiuti solidi urbani. Non è semplice farlo, bisogna trasformare la spazzatura in cdr, combustibile derivato dai rifiuti, attraverso trattamenti appositi». «Relativamente alla questione dei rifiuti campani trovo tutto paradossale - aggiunge -: c’è chi farebbe carte false per aggiudicarsi lo smaltimento dei rifiuti, perché vi sono strutture che si reggono proprio su questo business. Basta trovare gli accordi economici. Io ritengo che in Campania andrebbe perseguita la strada della differenziata. E che lo smaltimento dovrebbe essere risolto in loco, a vantaggio economico del territorio». «Più che l’incenerimento - conclude Gherghetta - andrebbe sviluppato dunque il riciclo. Trovo singolare che questo documento sia portato avanti proprio nel momento in cui De Magistris incontra Berlusconi per chiedere soldi per fare lo smaltimento a Napoli con la differenziata. La mia impressione è che troppa gente voglia fare affari con i rifiuti campani».
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