Monassi si tiene la poltrona Acegas ma senza stipendio
Marina Monassi ha annunciato che continuerà a ricoprire il ruolo di direttore generale della multiutility fino alla naturale scadenza di mandato fissata al 28 aprile, ma senza percepire più lo stipendio da 300mila euro lordi all’anno
Un
coup de theatre degno della più navigata donna di spettacolo. Mentre fuori ancora risuonava il coro di indignazione bipartisan, intonato da quanti consideravano «indecoroso» il suo doppio incarico in AcegasAps e in Porto da 40mila euro lordi al mese, Marina Monassi ha giocato la sua mossa ad effetto. Spiazzando più di qualcuno, la camberiana di ferro ha annunciato che continuerà a ricoprire il ruolo di direttore generale della multiutility fino alla naturale scadenza di mandato fissata al 28 aprile, ma senza percepire più lo stipendio. Di qui a fine contratto, cioè, rinuncerà a retribuzione, benefit ed emolumenti che, per sua espressa volontà, verranno devoluti al Fondo sociale dei dipendenti del gruppo.
Niente dimissioni immediate, quindi, ma disponibilità a lavorare gratis e, nel contempo, a fare beneficenza. Una strategia studiata per rispondere alle accuse di avidità e attaccamento alle poltrone mosse da più parti. Critiche che iniziavano a far breccia anche in una larga fetta della popolazione, quasi scandalizzata dalle cifre percepite da Monassi, e a creare più di qualche imbarazzo all’interno del Pdl. Partito che, viene da pensare, avrà forse ”suggerito” alla diretta interessata di imprimere un cambio di rotta e correggere una situazione ormai difficilmente difendibile.
Il risultato, come detto, è stata la decisione di rinunciare allo stipendio da direttore generale che, nel 2009, le aveva garantito circa 300mila euro, di cui 30mila alla voce «bonus e incentivi». Una scelta comunicata ieri con una lettera inviata al presidente e all’ad della società, Massimo Paniccia e Cesare Pillon. Nella missiva Marina Monassi, dopo aver richiamato l’intervento del 25 gennaio scorso con cui il Cda l’autorizzava a mantenere entrambi i ruoli, chiarisce di voler lasciare l’incarico in AcegasAps solo al momento della convocazione dell’assemblea dei soci chiamati, appunto a fine aprile, ad approvare il bilancio 2010. Fino a quella data, quindi, Monassi rimarrà al suo posto e, senza prendere un euro, passerà le consegne ai dirigenti d’area, assistita in questa fase dal vicedirettore vicario Alessandro Baroncini.
Può quindi cantar vittoria, a questo punto, Roberto Dipiazza che, proprio per metter fine ad una situazione definita apertamente «inopportuna e irrispettosa nei confronti di chi guadagna 800 euro al mese», nei giorni scorsi aveva incontrato il presidente Paniccia e fatto pressing anche sul primo cittadino di Padova Flavio Zanonato. In particolare al sindaco della città del Santo - detentrice del 49,9% delle quota della holding che controlla AcegasAps -, Dipiazza aveva chiesto di sostenere la battaglia per allontanare Monassi dalla Direzione generale. Un sostegno ora non più necessario, vista la scelta della neopresidente del Porto di non percepire più i compensi della multiutility. «Apprezzo molto questo gesto - ha commentato in serata Roberto Dipiazza -. Credo che sia una cosa buona e giusta. Mi ero effettivamente attivato nei giorni scorsi per chiarire rapidamente la situazione e, ora che il chiarimento è arrivato, non posso che esprimere apprezzamento. Perché, quando le scelte sono corrette, uno deve avere il coraggio di ammetterlo». Di «gesto sicuramente apprezzabile» parla anche il sindaco Pd Flavio Zanonato che, tuttavia, invita a ridimensionare la portata della questione. «Anche se non ci fosse stata la rinuncia allo stipendio, non ne avrei fatto una guerra. In fin dei conti parliamo di una finestra temporale di appena due mesi. Mesi tra l’altro necessari per individuare un nome di alto profilo che possa ricoprire in futuro il ruolo di direttore».
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