Monassi presidente del Porto Pd e Fli: "Voteremo contro"
Menia:"Non abbiamo alcun vincolo di coalizione"
TRIESTE.
Tecnicamente la strada appare tracciata. Politicamente, però, i giochi potrebbero riaprirsi. Con esiti talmente dirompenti da creare più di qualche imbarazzo nel governo e mettere addirittura a rischio la scalata di Marina Monassi al vertice dell'Autorità portuale. È questo l'avvertimento forte e chiaro lanciato all’ala camberiana del Pdl dall’esponente del Pd Ettore Rosato e dal "futurista" Roberto Menia, entrambi da sempre critici sulla validità della candidatura Monassi.
Due deputati che ben conoscono i meccanismi parlamentari e che, proprio per questo, invitano i fans di "lady Porto" a non cantare vittoria troppo presto, perché le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Il riferimento è al prossimo passaggio previsto dall'iter per la nomina del futuro presidente dell’Authority: la richiesta di parere, obbligatorio anche se - va sottolineato - non vincolante, alle Commissioni Trasporti della Camera e Lavori Pubblici del Senato. Due organismi in cui l’indicazione ministeriale - mettono in guardia Pd e Fli - potrebbe incassare una netta bocciatura. L’eventualità che l’esecutivo "vada sotto" sulla candidatura Monassi, numeri alla mano, appare in effetti realistica.
A votare contro la designazione dell’ex segretario generale dello scalo, infatti, oltre ai commissari di Pd e Italia dei Valori (rispettivamente 14 e 1 alla Camera, 8 e 1 al Senato), potrebbero essere gli esponenti di Fli: Luca Barbareschi e Daniele Toto a Montecitorio e Giuseppe Menardi a Palazzo Madama. Voti negativi che, se sommati anche a quelli potenziali dei 3 commissari Udc e ai 4 voti del Gruppo Misto, metterebbero in minoranza la coppia Pdl-Lega che conta 20 uomini alla Camera e 12 al Senato.
«L'ho detto in passato e lo ribadisco ora: Futuro e Libertà non ha impegni di fedeltà al governo - chiarisce l’ex sottosegretario all’Ambiente -. Abbiamo le mani completamente libere e ciò vale sia per i provvedimenti di legge sia per indicazioni ministeriali come quella relativa all’Authority di Trieste. Al momento del voto, quindi, i componenti delle due Commissioni riceveranno un’indicazione dal partito che li metterà in condizioni di scegliere. Quale, al momento, non voglio svelarlo. Ribadisco però - conclude Menia - che non abbiamo alcun vincolo di coalizione».
Ancora più esplicito il deputato del Pd. «Ritengo che Monassi avrà difficoltà a ottenere i pareri favorevoli delle Commissioni - spiega Rosato -. Noi faremo un’opposizione forte e, presumo, non saremo i soli. E a quel punto il ministro Matteoli dovrà fare un passo indietro nelle prossime settimane. Con un governo sempre più indebolito, una pronuncia contraria degli organismi di Camera e Senato, un sindaco della città che su questa vicenda ha detto quello che ha detto (dopo la lettera d’intesa su Monassi inviata da Tondo al ministro, Dipiazza aveva dichiarato «fatico a individuare in questa scelta la coerenza con un’idea di sviluppo del Porto» ndr), le condizioni per insistere sul nome di Monassi verrebbero meno. Politicamente cioè - conclude Rosato - l’operazione diventerebbe un boomerang per il Pdl».
Pdl che, non è da escludere, potrebbe dover fare i conti anche con le insofferenze dalla Lega. «La scelta per l’Authority è stata fatta non da un partito ma da alcune persone, e questo non ci è assolutamente piaciuto - conferma il deputato del Carroccio Massimiliano Fedriga -. Valuteremo in seguito se tradurre queste considerazioni in una battaglia nelle Commissioni. Di certo, però, io rappresenterò a Roma il malessere di Trieste per quest’indicazione». Più che alla politica però, conclude un altro esponente di peso del centrodestra triestino, Roberto Antonione, le critiche andrebbero mosse agli operatori portuali.
«Persone che, prima, si sono lamentate a più riprese dell’incapacità di cogliere le opportunità necessarie a rilanciare lo scalo e ora, incomprensibilmente, prendono posizione a favore di un nome che a quel mancato rilancio in qualche modo ha contribuito. Onestamente - conclude Antonione - c’è qualcosa che mi sfugge e dovrà essere argomento di riflessione. Ma, come dice Dipiazza con cui mi trovo molto in sintonia, il tempo sarà galantuomo».
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