Molo VII, traffici giù: torna la cassintegrazione
Tre mesi di recessione e al Molo Settimo ritorna la cassa integrazione. Un periodo di 13 settimane di cassa ordinaria per i dipendenti di Trieste marine terminal (Tmt) è stata chiesta dal terminalista e scatterà non appena sarà raggiunto l’accordo con i sindacati, presumibilmente già dall’inizio di dicembre. «L’abbiamo chiesta proprio perché vogliamo preservare tutti e 153 i nostri posti di lavoro - spiega il presidente di Tmt, Fabrizio Zerbini - e la riteniamo uno strumento indispensabile in attesa che il mercato, nei prossimi mesi, riprenda». «Ci è stata prospettata in un incontro alla fine della settimana scorsa - conferma Renato Kneipp (Filt-Cgil) - purtroppo a nemmeno due anni di distanza dall’ultimo prolungato uso ci risiamo. Dobbiamo definirne i dettagli in successive riunioni, per fortuna non sarà applicata in modo massiccio». Potrebbe riguardare la maggior parte del personale per un giorno alla settimana dato che il lavoro al terminal risulta concentrato soprattutto tra il venerdì e il lunedì e lascia parzialmente scoperte le altre giornate.
Comunque le buste paga di altri lavoratori ne risentiranno. Ma anche al di là di questo la notizia crea anche uno stress psicologico non indifferente nel momento in cui la stessa presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi parla di fase ampiamente positiva dello scalo, evidentemente riferendosi soprattutto a crociere e traghetti, e anche il sindaco Roberto Cosolini aveva espresso l’auspicio che il porto potesse assorbire il personale espulso dall’industria. Eppure le cifre per il terminal container, punta di diamante del porto, sono impietose. La fase recessiva è cominciata in agosto allorché sono stati movimentati soltanto 30.199 teu rispetto ai 40.338 dell’agosto 2011, è proseguita in settembre (30.596 rispetto a 36.782) e in ottobre (34.206 rispetto a 38.959). In particolare nell’ultimo mese il calo è stato del 12,19%. «I servizi sono sempre gli stessi - spiega Zerbini - purtroppo sono diminuiti i volumi del traffico in particolare in modo molto significativo per quanto riguarda l’import che l’export, pur tenendosi a livelli superiori, non riesce a pareggiare». A seguito della crisi che non accenna a finire sono molti di meno soprattutto i container da scaricare sebbene a Trieste continuino ad arrivare anche le grandi portacontainer delle due linee transoceaniche dirette dal Far East gestite rispettivamente da Maersk assieme a Cma-Cgm e da Evergreen assieme ad altre compagnie asiatiche. «Negli ultimi anni - continua Zerbini - il terminal container di Trieste è stato l’unico in Italia a crescere assieme a quello di Genova. Nonostante il calo degli ultimi tre mesi, in media annuale siamo ancora del 4,6% sopra il 2011. Incrociamo le dita per riuscire perlomeno a superare la cifra dell’anno scorso». Non sarà facile dal momento che nel 2011, il Molo Settimo ha movimentato 393.195 teu con una crescita addirittura del 39,6% rispetto ai 281.629 del 2010. E nonostante tutto sono ancora volumi che rimangono al di sotto di quelli movimentati, tanto per restare molto vicino a casa, da Capodistria e da Venezia.
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