Molo Settimo, giù il Magazzino 74

Tra qualche settimana l’abbattimento per lasciare più spazio ai container

«Tra qualche settimana abbatteremo il Magazzino 74 e acquisiremo ulteriore spazio per i container». Anche questo annuncio è stato fatto l’altra sera da Fabrizio Zerbini che ha spiegato che è stata anche formalizzata al ministero la richiesta di modifica tecnico-funzionale per il primo step di ampliamento della banchina (in modo di “aggirare” la tuttora mancante approvazione del nuovo Piano regolatore del porto) «che ci garantirà poi di ormeggiare contemporaneamente - ha sottolineato - due navi da 14mila teu, il che non è possibile né a Capodistria, né a Venezia». La Trieste marine terminal, di cui Zerbini è presidente e Pierluigi Maneschi è proprietario, ha già investito sul Molo Settimo 63 milioni in particolare per lo spostamento del parco ferroviario e per il rinnovo dell’equipment e ora vanta tra l’altro anche le due gru più grandi di qualsiasi scalo adriatico.

Ma il progetto di potenziamento presentato implica un investimento di addirittura 188 milioni. «Un progetto che prevede anche 250 assunzioni - ha precisato Zerbini - tra personale impiegato alla realizzazione dell’ampliamento e quello poi utilizzato nella gestione del traffico. Oggi i dipendenti diretti sono 185, di cui 82 operativi polivalenti con capacità di svolgere diverse funzioni».

Trieste ha fretta di adeguarsi al gigantismo navale e alle nuove esigenze del mercato. Da gennaio infatti, Antitrust permettendo, tutto il traffico mondiale dei container sarà in mano a quattro alleanze: 2M (Maersk e Msc), Ocean three (Cma-Cgm, Uasc e China shipping), G6 (Hapag-Lloyd, Nyk lines, Oocl, Hyundai, Apl e Mol) e Ckyhe (China shipping, K-line, Yang Ming, Hanjin e Evergreen). I porti italiani inseriti nelle rotazioni delle nuove linee saranno solamente otto, ma di questi saranno quattro e in particolare Trieste, Gioia Tauro, Genova e La Spezia, quelli destinati a giocare un ruolo di primo piano nello scenario internazionale. (s.m.)

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