Molo IV, non si farà la discoteca «Tempo perso con Paoletti»

Doveva essere il punto di ritrovo di questa estate. Doveva trasformarsi in una discoteca la sera e in una terrazza sul mare dove sorseggiare un drink durante il giorno. Ma anche il progetto di trasformazione del Molo IV in luogo di intrattenimento per quest’anno sembra naufragato. «Sono allibito da come è stata gestita la questione, – spiega Tommaso Centazzo, titolare del Colonial Super Club che doveva allestire e guidare la nuova struttura – dopo che noi abbiamo presentato tutte le documentazioni necessarie e ottenuto tutti i permessi richiesti la Trieste Terminal Passeggeri, la società che ha in gestione il Molo IV, non si è più fatta viva. Ormai, - aggiunge – visti i tempi necessari per allestire e organizzare una simile struttura, per quest’estate non se ne fa nulla».
L’intoppo, il passaggio che ha richiesto un certo tempo, è stato l’ottenimento da parte della società di Centazzo dell’autorizzazione 45 bis. Senza quel documento prodotto dall’Autorità Portuale che autorizza un soggetto terzo ad operare in un’area demaniale e che richiede anche il parere di altri soggetti, la Ttp non può sottoscrivere il contratto di sub concessione. Il documento ora è pronto. «E’ stato prodotto nei tempi previsti per l’istruttoria – specifica Antonio Paoletti, presidente della Trieste Terminal Passeggeri – Ttp ha fatto il possibile per agevolare un’operazione non semplice» . Con quella carta in mano ora Centazzo può presentarsi da Ttp e procedere alla firma del contratto. Solo a quel punto potrebbe iniziare ad allestire la struttura. L’idea di utilizzare una parte del Molo IV per creare un punto di intrattenimento per i giovani era scaturita dal presidente della Camera di Commercio, nonché di Ttp, Paoletti. Uno spunto che Centazzo aveva immediatamente raccolto. «Lo scorso febbraio – racconta il titolare del Colonial - abbiamo contattato Ttp nelle persone del presidente e dell’amministratore Franco Napp, illustrando loro il progetto. Erano entusiasti e ci hanno illustrato tutti i procedimenti burocratici da espletare per ottenere l’affidamento della gestione». La società di Centazzo, avvalorata l’idea dai vertici Ttp e avviate le pratiche per ottenere i permessi, ha iniziato a contattate personale e fornitori in modo da arrivare a giugno e all’eventuale apertura della struttura con un buon gruppo di lavoro. «Abbiamo solo perso tempo. Non ci si comporta così, per quanto mi riguarda è stata una vicenda singolare», osserva il titolare della discoteca che da domani sera apre un punto di intrattenimento a Castelreggio.
«Il modo di fare di questo imprenditore mi meraviglia – afferma Paoletti – si vede che non è abituato a lavorare e a trattare con gli enti pubblici». Ma ora che fine farà il progetto? «Se non sarà la società di Centazzo a metterlo in pratica sarà qualcun altro: c’è la fila per avere quella struttura», conclude Paoletti. All’appello quest’estate mancherà anche l’Antica Diga. Lo stabilimento resta chiuso. Niente bagni, niente tuffi, niente abbronzatura in quello che fino due anni fa era considerato il luogo più esclusivo dove prendere la tintarella. La musica nei prossimi mesi resterà spenta anche su quella lingua di terra. Nessuno è riuscito a trovare un accordo con Franco Brumat, il presidente della società che detiene le concessioni della vecchia diga. Troppo elevate le pretese economiche, poche le garanzie di poter stipulare un contratto che garantisca una gestione per almeno tre anni. Altra sconfitta per la città.
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