«Molestata da un uomo sul treno Trieste-Udine. Gridavo e nessuno mi aiutava»

TRIESTE «Mi toccava. Sul treno c’erano altri passeggeri. Io gridavo chiedendo aiuto, ma nessuno ha mosso un dito». Sono le parole che Francesca (il nome è di fantasia), triestina di 26 anni, ha riportato negli scorsi giorni nella sua denuncia ai carabinieri, dichiarando di essere stata molestata da un ragazzo di 23 anni su un treno regionale, che da Udine viaggiava verso Trieste.
Tutto sarebbe accaduto, ha raccontato, «nell’indifferenza totale» dei suoi compagni di viaggio e anche del capotreno. «Ho cercato il capotreno in tutte le carrozze - racconta -, senza riuscire a trovarlo. Quando finalmente l’ho individuato, ho visto che dormiva. L’ho svegliato. Ero scossa, sotto choc. Ma lui mi ha detto che era stanco e che se il molestatore era sceso dal treno, non c’era da preoccuparsi e che potevo tornare al mio posto».
A Udine Francesca sale sul treno delle 20. 08. È sera ma non è sicuramente tardi. Orario di arrivo previsto a Trieste: 21. 10. Ha scelto di sedersi nella carrozza di testa. Legge e ascolta musica tranquillamente. Dopo cinque minuti dalla partenza un ragazzo si siede di fronte a lei e comincia a parlarle. «Era un giovane normalissimo. Non aveva nulla di strano. Non mi sono preoccupata del fatto che avesse attaccato discorso - spiega Francesca -, è normale che accada sui treni». Il giovane le chiede l’età e comunica la sua. Le dice che è di Udine e che sta andando a Cervignano da un amico. Dall’accento Francesca capisce che il 23enne non è italiano, “probabilmente dell’Est europeo”. Ricorda nei dettagli com’era vestito. Quanto era alto. Il cappellino nero da baseball che indossava. È all’altezza di Palmanova che accade tutto nel giro di pochi minuti. Forse cinque. All’improvviso il giovane inizia a strusciare la sua gamba contro quella di Francesca.
«Io, spaventata, cerco di alzarmi, ma avendo il tavolino davanti e avendo altre borse con me, non ci riesco - si legge nella denuncia depositata ai militari -. Allora ho spostato le gambe e mi sono voltata verso il finestrino, sperando che arrivasse il capotreno». Il 23 enne non si ferma. «Si sbottona i pantaloni - Francesca è ancora scossa mentre descrive la scena -, esibisce le parti intime e mi dice: “Guarda, girati”. Ripete la stessa frase più volte».
Francesca è impaurita. «Non riesco ad alzarmi, ma non mi giro - afferma -. Lui invece si alza, in parte denudato, e comincia a toccarmi sul braccio e sulla gamba». È a quel punto che Francesca chiede aiuto ai passeggeri ma nessuno la soccorre. Il giovane intanto si sposta su un altro sedile. Sconvolta, Francesca ha qualche minuto di smarrimento. Poi si mette a cercare il capotreno. Lo rintraccia quando il convoglio è all’altezza di Ronchi dei Legionari. «Gli spiego quanto accaduto, gli dico che il ragazzo è sceso a Cervignano». Ma il capotreno le risponde «che ormai non può fare più nulla».
Trenitalia, avvisata del caso, ha da subito avviato un’inchiesta interna. Pare che su quel treno ci fossero delle telecamere, bisognerà accertarsi se hanno ripreso la scena. Il gruppo specifica inoltre che nel caso venissero riconosciute delle responsabilità a suo carico, il capotreno potrebbe subire un procedimento disciplinare. Per lui non sono escluse gravi conseguenze. —
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